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FEFAC: l’importanza strategica dei mangimi in allevamento

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Il settore zootecnico rappresenta una componente fondamentale dell’agricoltura europea, con un valore di produzione di 213 miliardi di euro e una quota del 42% del valore totale della produzione agricola dell’UE-27. Secondo i dati FEFAC (la Federazione Europea dei Fabbricanti di Alimenti Composti), i comparti principali sono rappresentati da lattiero-caseario, carni bovine e suine.

Tuttavia, secondo quanto apprendiamo da un comunicato stampa ufficiale dell’organizzazione dell’industria mangimistica, l’alimentazione animale si conferma come la voce di costo più significativa per gli allevatori: nel 2023, la spesa per i mangimi ha raggiunto il 50% del valore della produzione alla stalla per gli avicoli, il 55% per i suini e il 17% per i bovini. Questa dinamica evidenzia la forte dipendenza degli allevamenti dai costi di alimentazione e la necessità di una gestione efficiente delle risorse.

Negli ultimi 25 anni, i prezzi dei mangimi hanno mostrato una dinamica di costo divergente rispetto ai prezzi dei prodotti di origine animale. Questa tendenza mette in luce la sfida costante per gli allevatori di migliorare la produttività e l’importanza per i produttori di mangimi di ottimizzare i processi per offrire soluzioni economicamente vantaggiose.

Il fabbisogno annuale di alimenti per il bestiame nell’UE ammonta a circa 640 milioni di tonnellate. Di questi, 395 milioni di tonnellate sono costituiti da foraggi prodotti direttamente nelle aziende agricole, mentre i restanti 250 milioni di tonnellate comprendono cereali aziendali e mangimi acquistati, inclusi sia materie prime che mangimi composti. La produzione di mangimi composti nell’UE-27 è stata di 145 milioni di tonnellate nel 2022/23, pari al 22% del totale dei mangimi utilizzati.

Il fatturato dell’industria europea dei mangimi composti ha raggiunto i 73 miliardi di euro nel 2023. La formulazione dei mangimi riveste un ruolo cruciale, richiedendo una selezione accurata delle materie prime e degli additivi per soddisfare le esigenze nutrizionali degli animali e garantire performance ottimali. Cereali, legumi e co-prodotti dell’industria alimentare e bioetanolifera rappresentano le principali fonti di materie prime, ma l’UE dipende dalle importazioni per alcune materie prime proteiche, come la farina di soia.