Home Economia Mercato globale dei cereali: produzione in crescita, ma scorte ai minimi storici

Mercato globale dei cereali: produzione in crescita, ma scorte ai minimi storici

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Il mercato globale dei cereali si trova di fronte a dinamiche complesse, con una produzione in aumento ma scorte che raggiungono livelli preoccupanti. Secondo l’ultimo “Grain Market Report” (GMR) pubblicato dall’International Grains Council (IGC), l’equilibrio tra domanda e offerta continua a essere precario, influenzando le quotazioni e le prospettive future.

Le stime per la produzione totale di cereali (grano e cereali secondari) per il 2024/25 sono state riviste al rialzo a 2.310 milioni di tonnellate, con incrementi previsti per mais (principalmente in Brasile) e grano (Iran). Nonostante ciò, la produzione si preannuncia ancora una volta insufficiente a coprire il consumo stimato, che si attesta a 2.334 milioni di tonnellate. Questo squilibrio porta le scorte finali globali a un minimo decennale di 581 milioni di tonnellate.

Guardando alla prossima campagna, le previsioni per il raccolto 2025/26 rimangono ampiamente favorevoli, con una proiezione di produzione globale rivista a un nuovo record di 2.375 milioni di tonnellate, un aumento del 3% su base annua. Si prevede che l’utilizzo globale aumenterà del 2% su base annua, spinto dall’incremento negli usi zootecnici, industriali e alimentari, raggiungendo i 2.372 milioni di tonnellate. Dopo tre cali consecutivi, le scorte finali potrebbero recuperare a 585 milioni di tonnellate, inclusi 146 milioni nei principali paesi esportatori.

Sul fronte del commercio globale, la proiezione per il 2024/25 si mantiene a 418 milioni di tonnellate. Tuttavia, l’IGC prevede che il volume totale degli scambi per il 2025/26 potrebbe raggiungere i 428 milioni di tonnellate, segnando un aumento del 2% rispetto a un totale insolitamente ridotto nella stagione precedente, in parte dovuto al ritiro della Cina dal mercato mondiale.

Per quanto riguarda i prezzi, l’indice IGC Grains and Oilseeds Index (GOI) ha mostrato un leggero indebolimento dell’1% nel periodo successivo all’ultimo rapporto, principalmente a causa di un calo nei prezzi medi all’esportazione del mais. L’indice del grano è rimasto sostanzialmente invariato, sebbene inferiore dell’11% rispetto all’anno precedente, mentre l’indice del mais ha registrato una flessione netta del 4%.