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Tea: lo stato dell’arte tra Regolamento europeo e innovazione in campo

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di Clara Fossato, portavoce di Cibo per la Mente*

La filiera agroalimentare europea ha fretta. La ricerca scientifica continua a lavorare a favore dell’innovazione, che gli agricoltori chiedono di poter utilizzare per affrontare le sfide ambientali e produttive del nostro tempo. Gli ultimi sviluppi, in Italia e in Europa, indicano che anche le istituzioni iniziano a riconoscere l’urgenza di questi strumenti e promettono di sostenere il settore nei suoi sforzi. In questa direzione l’avvio del trilogo sul regolamento europeo relativo alle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione per l’agricoltura europea.

A inizio maggio Parlamento, Consiglio e Commissione europea si sono seduti allo stesso tavolo per negoziare una proposta attesa da tutto il comparto agroalimentare. L’obiettivo comune è quello di definire un quadro normativo chiaro che distingua tra due categorie di piante ottenute tramite TEA: la categoria 1, che comprende le varietà ottenute con modifiche genetiche che potrebbero avvenire spontaneamente in natura o con metodi tradizionali di selezione, e la categoria 2, che include tutte le altre, che continueranno a essere soggette alle stesse regole previste per gli organismi geneticamente modificati (OGM) tradizionali. Su questa impostazione esiste un ampio consenso tra le istituzioni, ma restano alcuni nodi da sciogliere tra cui la tracciabilità, l’etichettatura e il regime brevettuale.

Su questi aspetti 27 associazioni europee della filiera agroalimentare hanno avanzato le loro proposte e hanno chiesto alle istituzioni di rivedere gli obblighi di tracciabilità ed etichettatura per le piante di categoria 1, sostenendo che questi requisiti creerebbero costi ingiustificati, ma anche problemi di applicazione e interruzioni del commercio.

Mentre le istituzioni discutono la scienza continua a lavorare e, nonostante gli ostacoli burocratici e le resistenze ideologiche, anche in Italia si registrano segnali di progresso. Lo scorso 15 maggio il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha autorizzato la riedizione della sperimentazione sul riso resistente al brusone che lo scorso anno era stata compromessa da un atto vandalico. Il progetto, coordinato dalla professoressa Vittoria Brambilla dell’Università Statale di Milano, è particolarmente importante per la risicoltura italiana perché punta a migliorare la resa e la sostenibilità delle coltivazioni, riducendo al contempo la necessità di fungicidi. Quest’anno i test si svolgeranno su tre campi: a Mezzana Bigli (Pavia), presso l’Ente Nazionale Risi e in una risaia della provincia di Novara particolarmente colpita negli ultimi anni dal patogeno.

Il riso non è l’unico cereale al centro degli ultimi sviluppi. Sempre in Lombardia l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, ha annunciato una nuova sperimentazione su varietà di mais TEA nei campi della bassa bresciana e del cremonese. Il progetto è attualmente in fase di notifica al Ministero e sarà poi sottoposto alla Commissione europea. Ma da più parti si invoca rapidità per dare risposte concrete alla filiera maidicola, alle prese con il calo di redditività causato dagli effetti del cambiamento climatico e dalla pressione delle malattie. In questo senso, i metodi procedurali dimostrano ancora una volta di non essere più compatibili con i tempi dell’emergenza climatica e della competizione globale.

Proprio per questo il settore agroalimentare guarda con crescente attenzione al lavoro delle istituzioni europee. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Serve al più presto un quadro giuridico chiaro, equilibrato e basato sulla scienza, che permetta alle innovazioni di arrivare realmente nei campi e sulle tavole dei cittadini. Al tempo stesso è fondamentale lavorare sulla comunicazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli straordinari vantaggi che strumenti come le TEA possono garantire per il settore agroalimentare. Promuovere una comunicazione fondata su dati affidabili e validati scientificamente è essenziale per arginare la diffusione di notizie fuorvianti e timori ingiustificati, spesso alla radice di opposizioni prive di fondamento. Non possiamo permetterci che i preconcetti rallentino l’avanzamento verso soluzioni concrete che possono permetterci di affrontare le sfide future in modo sostenibile.

I ricercatori e gli agricoltori stanno già facendo la loro parte. Ora è il momento che anche la politica faccia un passo in avanti, perché senza strumenti adeguati non potremo affrontare le sfide del futuro.

*iniziativa nata per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di investire in tecnologia e ricerca nel campo dell’agricoltura e dell’industria alimentare, per garantire attraverso la promozione dell’innovazione e della sostenibilità l’approvvigionamento alimentare, la creazione di posti di lavoro, la salvaguardia dell’ambiente e la sicurezza alimentare.