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I nuovi dati italiani sull’antibiotico-resistenza negli allevamenti

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Il Ministero della Salute, in collaborazione con l’eccellenza scientifica del Centro di Referenza Nazionale per l’Antibioticoresistenza (CRN-NRL-AR) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, ha annunciato, tramite nota ufficiale, un’importante novità: la pubblicazione della “Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali negli animali destinati alla produzione di alimenti e nelle carni derivate (2014-2023)”, un documento, che si allinea perfettamente agli obiettivi del Piano Nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (PNCAR) 2022-2025, offre una prospettiva aggiornata e cruciale sull’andamento dell’antibiotico-resistenza nel comparto zootecnico del nostro Paese.

Il monitoraggio, una pratica consolidata dal 2014 in conformità con le direttive europee (decisione 2013/652/UE, poi sostituita dalla 2020/1729), si svolge attraverso un meticoloso Piano di Monitoraggio Nazionale (Piano AMR). Ogni anno, un ciclo preciso di test di sensibilità agli antibiotici viene condotto su isolati batterici. Questo prevede, negli anni pari, l’analisi di campioni da polli e tacchini da ingrasso e, negli anni dispari, l’esame di suini da ingrasso e bovini di età inferiore ai 12 mesi, prelevati sia dal contenuto intestinale che dalla carne fresca, garantendo così una copertura rappresentativa a livello nazionale.

Questa nuova edizione della relazione, che arricchisce la precedente includendo i dati del biennio 2022-2023, non si limita a presentare cifre ma disegna un vero e proprio affresco dell’evoluzione temporale dell’antibiotico-resistenza, evidenziando i progressi concreti raggiunti grazie alle strategie messe in atto per contenere il fenomeno. Tuttavia, il rapporto non nasconde le difficoltà, richiamando l’attenzione su problematiche che, pur persistendo o emergendo, necessitano di una vigilanza costante e di nuove soluzioni. Per una lettura completa e incisiva del fenomeno, gli autori sottolineano l’importanza di analizzare questi dati congiuntamente a quelli relativi alle vendite di medicinali veterinari contenenti antibiotici, offrendo così una visione integrata dell’impatto sul campo.