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Sicurezza alimentare a rischio: le conseguenze di limitare i cibi di origine animale

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Limitare il consumo di alimenti di origine animale (ASF) può compromettere seriamente la sicurezza alimentare globale. La scelta di ridurre drasticamente carne, latte, uova o pesce, sebbene spesso motivata da considerazioni salutistiche o ambientali, rischia di avere ripercussioni pesanti soprattutto nei paesi a basso reddito e tra le fasce più vulnerabili della popolazione.

Gli esperti, citati in un articolo pubblicato su Meat the facts, evidenziano che gli ASF sono ricchi di nutrienti bio-disponibili, come ferro, zinco, vitamine A, D e B12, difficili da reperire in forma adeguata nelle diete esclusivamente vegetali. In particolare, donne in gravidanza, bambini, anziani e persone con bassi redditi rischiano carenze nutrizionali che possono compromettere crescita, sviluppo cognitivo e salute generale. La ricerca guidata da Gundersen, Iannotti e Leroy su Animal Frontiers (febbraio 2025) mostra inoltre che politiche come tasse o regolamentazioni anti-carne, introdotte recentemente in paesi ad alto reddito, hanno già aumentato fino al 10% i tassi di insicurezza alimentare, interessando quasi tre milioni di persone negli Stati Uniti.

Non solo salute: anche l’efficienza dell’intera filiera agricola può risentirne. Restrizioni sugli ASF possono ostacolare il funzionamento dei sistemi produttivi, rendendo più difficile garantire accesso a cibi nutrienti in modo equo e sostenibile.

Gli autori puntualizzano che il ruolo del bestiame e del settore zootecnico va valutato nella sua complessità: non si tratta solo di produzione di cibo, ma anche di gestione di scarti, fertilità dei suoli, circolarità dei nutrienti e sostegno alle economie rurali nelle aree marginali. Eliminare o ridurre drasticamente gli ASF può dunque avere conseguenze ambientali negative e minare sistemi alimentari inclusivi e resilienti.

In sintesi, l’articolo di Meat the Facts ribadisce l’importanza di mantenere un equilibrio: gli ASF non sono solo una fonte di proteine, ma un pilastro per combattere la fame e garantire nutrizione adeguata. Affrontare in modo indiscriminato le questioni etiche o ecologiche senza considerare i bisogni nutrizionali delle popolazioni più vulnerabili rischia di aggravare le disuguaglianze alimentari.