Il nuovo rapporto congiunto OCSE-FAO “Agricultural Outlook 2025-2034” prevede che, nel prossimo decennio, la domanda globale di alimenti di origine animale crescerà in modo significativo, trainata soprattutto dalle economie emergenti. L’aumento dei redditi, la crescita demografica e l’urbanizzazione saranno i principali motori di questa tendenza.
Secondo il rapporto, reso noto dalla stessa Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e la nutrizione, oltre l’80% della crescita prevista nei consumi di carne, latte, uova e pesce avverrà nei paesi a reddito medio-basso, dove il miglioramento delle condizioni economiche permetterà a più famiglie di includere con regolarità proteine animali nella dieta. Parallelamente, la produzione aumenterà per soddisfare la domanda interna, ma anche per cogliere le opportunità offerte dai mercati internazionali.
La FAO e l’OCSE evidenziano tuttavia che questa espansione dovrà essere accompagnata da strategie di sostenibilità, per limitare l’impatto ambientale della zootecnia. Innovazioni tecnologiche, migliori pratiche di allevamento, riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari sono indicati come fattori chiave per conciliare crescita produttiva e obiettivi climatici.
Il rapporto sottolinea inoltre il ruolo cruciale del commercio internazionale: una quota significativa della produzione di alimenti di origine animale continuerà a essere scambiata oltre confine, con l’Asia che rafforzerà la sua posizione come principale importatore globale, mentre America Latina e Oceania si confermeranno poli produttivi ed esportatori di riferimento.
Tra le sfide individuate vi sono la volatilità dei prezzi delle materie prime, i rischi sanitari legati alle malattie animali e la necessità di investimenti in infrastrutture per migliorare logistica e catene del freddo. “Garantire un accesso sicuro, sostenibile ed equo agli alimenti di origine animale sarà una delle priorità dei prossimi dieci anni”, affermano OCSE e FAO.