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Ue, export agroalimentare in aumento. Record per l’avanzo commerciale
Commercio europeo in buona salute. L’aumento marcato dell’export e quello più contenuto dell’import ha fatto schizzare l’avanzo commerciale a 27,8 miliardi di euro (periodo ottobre 2018-settembre 2019). A settembre scorso le esportazioni sono aumentate del 18% rispetto allo stesso periodo del 2018 mentre l’import è salito solo del 6%. Tra i prodotti che hanno trainato le spedizioni c’è la carne suina: +72%. L’incremento maggiore si è avuto verso la Cina: +55,4%. Sono i dati dell’ultimo bollettino dell’Unione europea sul commercio agroalimentare.
Export
Le merci spedite fuori dai confini dell’Ue hanno raggiunto un livello pari a 13,06 miliardi di euro. Oltre la Cina, anche Stati Uniti e Giappone hanno fatto segnare un aumento degli acquisti delle merci europee. L’export verso questi Paesi è aumentato rispettivamente del 15,6% e del 30,6%. Il calo più vistoso ha invece riguardato Hong Kong e Algeria (-12,1% e -9,6%). Oltre alla carne suina sono state esportate grandi quantità di liquori (+25%), grano (+51%) e vino (+15%).
Considerando un periodo di dodici mesi, da ottobre 2018 allo scorso settembre, il livello di crescita è ancora più rilevante: 147,1 miliardi di euro, con un aumento del 7,5% rispetto ai dodici mesi precedenti. Anche su base annuale carne suina, frumento e liquori hanno riportato significativi aumenti, ma anche i cereali diversi da riso e grano (+25%).
Import
Le importazioni sono salite a 9,32 miliardi di euro lo scorso settembre. Rispetto allo stesso mese del 2018 nell’Unione europea sono entrati più prodotti da Ucraina, Sud Africa, Cile mentre sono diminuite le merci provenienti da Usa e Russia (-12% e -13%). Nel lungo termine, le importazioni hanno raggiunto i 119,2 miliardi (+3,6% rispetto ai dodici mesi precedenti). Stati Uniti, Brasile, Ucraina e Cina sono stati i Paesi che più hanno inviato merci nell’Ue. Anno su anno le importazioni sono aumentate in particolare dall’Ucraina: la metà dei prodotti arriva proprio dal Paese dell’Est europeo. Al contrario sono scesi Australia, Indonesia e Brasile.
Tra i prodotti il maggior aumento nei dodici mesi in termini di valore ha riguardato cereali, semi di cacao, semi oleosi diversi dalla soia e ortaggi. Olio di palma, tè e caffè non tostati e carne ovina sono invece diminuiti. Anno su anno, invece è salita la frutta tropicale (+13%) e semi oleosi (+35%).
Foto: Pixabay
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