Home Attualità Emissioni globali ai massimi storici, ma l’UE guida l’inversione di tendenza

Emissioni globali ai massimi storici, ma l’UE guida l’inversione di tendenza

5
0
export

Nel 2024 le emissioni mondiali di gas serra (GHG) hanno raggiunto il record di 53,2 gigatonnellate di CO₂ equivalente, in aumento dell’1,3% rispetto al 2023, pari a circa 665 milioni di tonnellate – l’equivalente delle emissioni annue della Germania. I dati provengono dal nuovo rapporto “GHG emissions of all world countries” elaborato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC) e dall’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) nell’ambito del database EDGAR (Emissions Database for Global Atmospheric Research).

Nonostante il record globale, tutti i principali emettitori hanno ridotto l’intensità emissiva per unità di PIL, segnale che la crescita economica si sta progressivamente disaccoppiando dalle emissioni. L’Unione europea si conferma leader nella riduzione: le sue emissioni, escluse quelle da uso del suolo e foreste (LULUCF), sono calate dell’1,8%, pari a 60 milioni di tonnellate di CO₂eq in meno. Tra le grandi economie, solo UE e Giappone hanno registrato un calo rispetto al 2023 (–1,8% e –2,8%), mentre Cina e USA sono rimaste sostanzialmente stabili e India ha segnato il maggiore incremento assoluto (+164,8 milioni di tonnellate, +3,9%).

Nel complesso, gli otto principali emettitori – Cina, USA, India, UE, Russia, Indonesia, Brasile e Giappone – hanno generato il 66% delle emissioni globali, pur rappresentando poco più della metà della popolazione mondiale. Dall’inizio delle rilevazioni nel 1990, le emissioni globali di origine antropica sono cresciute del 65%, con un tasso medio annuo di +1,5%.

Il rapporto evidenzia che UE, Giappone, USA e Russia hanno raggiunto una forma di “decoupling assoluto”: il loro PIL, misurato in parità di potere d’acquisto, è oggi nettamente più alto rispetto al 1990, mentre le emissioni sono più basse. In Cina e India, invece, le emissioni continuano a crescere ma a un ritmo inferiore rispetto all’espansione economica, segno di un disaccoppiamento relativo.

Per settori, il comparto energetico è quello che nel 2024 ha contribuito di più all’aumento globale (+235 Mt CO₂eq, +1,5%), seguito dall’estrazione di combustibili fossili (+1,6%). Tutti gli altri settori – industria, trasporti, edifici, agricoltura e rifiuti – hanno registrato variazioni minori o stabilità.

Il bilancio del settore LULUCF (uso del suolo, cambi d’uso e foreste) mostra un assorbimento netto di 1,3 Gt CO₂eq, pari al 2,4% delle emissioni globali, ma includendo gli incendi boschivi (2,1 Gt CO₂eq) il settore diventa una fonte netta di 0,9 Gt.

L’UE, con il Green Deal e la Legge europea sul clima, resta in prima linea nella lotta al riscaldamento globale: punta a –55% di emissioni nette entro il 2030, –90% entro il 2040 e neutralità climatica entro il 2050.