Home Attualità Mais coltura strategica e tassello fondamentale per la sovranità alimentare

Mais coltura strategica e tassello fondamentale per la sovranità alimentare

34
0

di Massimo Zanin, Presidente Assalzoo

La crisi produttiva del mais italiano è una questione che riguarda l’intera filiera agro-zootecnica. Un problema serio, più volte denunciato, che rappresenta una fragilità strutturale per il comparto e che necessita di un intervento risolutivo, capace di coinvolgere congiuntamente la filiera e le Istituzioni. In assenza di una risposta concreta, il rischio non è solo quello di rallentare la crescita del settore, ma di comprometterne la stessa sopravvivenza, soprattutto nelle produzioni di eccellenza legate ai marchi tutelati.

Da oltre vent’anni Assalzoo segnala con preoccupazione il costante calo delle semine di mais e, di conseguenza, della produzione nazionale, che ha determinato il passaggio dall’autosufficienza a una dipendenza dall’estero ormai superiore al 60% del fabbisogno interno. Considerato il ruolo strategico del mais per l’alimentazione degli animali allevati, questo deficit rischia di minare le fondamenta dell’intera filiera agro-zootecnico-alimentare e, di riflesso, la sovranità alimentare del nostro Paese. Le conseguenze sono molteplici e vanno sottolineate con chiarezza:

  • aumento del deficit commerciale;
  • maggiore esposizione alla volatilità dei prezzi legata alle speculazioni internazionali sulle commodities alimentari;
  • carenza di una materia prima indispensabile per sostenere produzioni zootecniche di eccellenza, come quelle DOP o 100% italiane.

Per invertire questa tendenza, negli ultimi anni Assalzoo ha promosso l’adozione di un Accordo Quadro Mais per il granturco da granella di filiera italiana certificata, con un duplice obiettivo:

  1. favorire la ripresa della coltivazione, che negli ultimi vent’anni ha perso una superficie superiore a un’intera regione come la Liguria, garantendo agli agricoltori la possibilità di pianificare investimenti pluriennali, la certezza di collocazione del prodotto e premi legati alla certificazione di origine;
  2. assicurare la continuità di approvvigionamento di mais nazionale, insostituibile per garantire la produzione di mangimi destinati a sostenere l’allevamento italiano.

Nonostante i primi risultati positivi, la crisi è ormai così profonda da richiedere un vero e proprio piano di ripresa e sviluppo per la coltura maidicola italiana, da attuare con il coinvolgimento sinergico e diretto delle Istituzioni e di tutte le componenti della filiera.

Il recente stanziamento previsto dal DDL ColtivaItalia, che destina 300 milioni di euro al Fondo Sovranità Alimentare per il triennio 2026-2028 in favore delle filiere cerealicole, è una notizia che Assalzoo accoglie con favore. Rappresenta un primo passo importante, ma che auspichiamo possa aprire la strada a un ulteriore salto di qualità. Il decreto richiama infatti la necessità di individuare le produzioni strategiche nazionali, ed è giunto il momento che il mais venga ufficialmente riconosciuto come tale. Basti pensare che, fino a pochi anni fa, era la principale coltura cerealicola italiana, dalla quale dipendono diverse filiere produttive, in primis quella zootecnica che ne assorbe circa l’80%.

Garantire la produzione italiana di mais significa non solo tutelare gli agricoltori e assicurare approvvigionamenti stabili dal punto di vista della sicurezza, ma anche porre le basi per mantenere e far crescere le produzioni zootecniche ad alto valore aggiunto che alimentano la Dop Economy e, più in generale, la FeedEconomy, il cui impatto sull’economia italiana supera i 150 miliardi di euro.

Il riconoscimento del mais come coltura strategica consentirebbe di avviare una vera e propria politica di settore, con l’adozione di un Piano Maidicolo Nazionale, strumento oggi quanto mai necessario per dare prospettive certe alle prossime campagne di semina e favorire lo sviluppo di contratti di filiera.

L’appello di Assalzoo è rivolto a tutti gli attori del mondo agroalimentare: uniamo le forze, in un dialogo franco e costruttivo con il Masaf, per restituire al mais il ruolo che merita e salvaguardare il futuro della nostra zootecnia e delle produzioni alimentari che sono orgogliosamente patrimonio del nostro.