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Outlook agricolo OECD-FAO 2024-2033, cala il consumo di carne

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Le recenti proiezioni dell’Outlook Agricolo 2024-2033, frutto della collaborazione tra l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e la FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), offrono uno sguardo approfondito sul futuro dei mercati delle materie prime agricole e ittiche.

Il rapporto, che analizza due decenni di sviluppi agricoli in un contesto di rischi economici, tensioni geopolitiche e cambiamenti climatici, evidenzia tendenze significative che meritano attenzione: una delle scoperte più notevoli riguarda il calo del consumo pro capite di carne in tutte le categorie e regioni. La diminuzione più marcata si osserva nel pollame, con un calo di 17,2 kg pro capite negli Stati Uniti e di 10,4 kg nell’OCSE. Questa tendenza è attribuita a un cambio metodologico nel calcolo del consumo, che ora si basa sulla “consumazione effettiva al dettaglio” anziché sulla “disponibilità apparente”. Si prevede che India e i paesi del Sud-Est asiatico diventeranno i principali motori della crescita dei consumi globali, rappresentando il 31% dell’incremento entro il 2033.

Il rapporto sottolinea inoltre l’impatto positivo della riduzione degli sprechi: dimezzare le perdite e gli sprechi alimentari entro il 2030 potrebbe ridurre le emissioni globali di gas serra del 4% e diminuire il numero di persone sottonutrite di 153 milioni.

Emergono anche domande cruciali che invitano a una ricalibrazione delle linee guida dietetiche. Il rapporto solleva interrogativi sulla possibilità che le raccomandazioni attuali sottostimino il ruolo nutrizionale della carne e se siano realistiche per i paesi a basso reddito. Viene inoltre messa in discussione la loro capacità di tenere adeguatamente conto delle perdite lungo l’intera catena di approvvigionamento alimentare.