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Sanità animale, serve un cambio di paradigma: la proposta di AnimalhealthEurope

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L’associazione di medicina veterinaria europea AnimalhealthEurope ha lanciato un appello per un nuovo approccio strategico alla gestione della salute animale in Europa.

L’appello, pubblicato con una nota ufficiale pubblicata da Meat the Facts a firma di AnimalhealthEurope, evidenzia come negli ultimi anni, il continente europeo ha assistito a un aumento preoccupante di focolai di malattie animali come peste suina africana, influenza aviaria ad alta patogenicità, blue tongue e dermatite nodulare contagiosa. Malattie che colpiscono anche aree tradizionalmente considerate a basso rischio e che, oltre ai gravi effetti sanitari, hanno conseguenze pesanti sul piano economico, ambientale e sociale: mettendo a rischio il lavoro degli allevatori, la coesione delle comunità rurali e la sicurezza alimentare europea.

“L’Europa non può più permettersi un approccio reattivo”, scrive AnimalhealthEurope. Secondo cui le misure attuali, basate su interventi d’emergenza e strategie di contenimento, si rivelano spesso tardive e traumatiche, con ricorso massiccio all’abbattimento, a blocchi commerciali e quarantene. Anche l’uso dei vaccini, “uno degli strumenti più efficaci”, viene spesso ritardato fino all’esplosione dell’epidemia, come dimostrato dal recente caso del virus BTV-3 nei Paesi Bassi.

L’appello dell’associazione è chiaro: serve una strategia di prevenzione, non più di spegnimento incendi e la proposta è di abbandonare la logica dell’emergenza per abbracciare una strategia strutturale fondata proprio sulla prevenzione. In questo senso, AnimalhealthEurope individua quattro azioni prioritarie per costruire un sistema sanitario animale più resiliente.

La prima riguarda l’istituzione di un dialogo stabile e strutturato tra industria farmaceutica veterinaria e autorità sanitarie, per pianificare congiuntamente la produzione e la distribuzione dei vaccini. Una collaborazione basata sulla condivisione dei dati e sulla previsione dei rischi, accompagnata da incentivi economici e meccanismi di condivisione dei costi, potrebbe favorire una maggiore disponibilità di strumenti preventivi.

In secondo luogo, l’associazione propone la creazione di un meccanismo europeo di allerta rapida, che consenta un contatto immediato tra i Capi dei Servizi Veterinari dei Paesi colpiti e i produttori di vaccini, per definire una risposta tempestiva e coordinata in caso di malattia transfrontaliera.

La terza azione riguarda la revisione del Regolamento europeo sulla salute animale (Regolamento UE 2016/429), che dovrebbe essere aggiornato per tenere conto dell’evoluzione delle minacce sanitarie. L’elenco delle malattie notificabili dovrebbe essere adattato con maggiore frequenza, e dovrebbero essere istituite banche di antigeni, vaccini e reagenti diagnostici per velocizzare le risposte.

Infine, l’appello sottolinea l’urgenza di una politica vaccinale coordinata a livello europeo: attualmente, gli Stati membri adottano strategie divergenti, con il rischio di frammentazione del mercato interno e ostacoli alla movimentazione degli animali. Una risposta armonizzata permetterebbe di limitare le ripercussioni sanitarie ed economiche, migliorando il controllo delle malattie.