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Via all’Accordo OMC sui sussidi alla pesca

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È entrato in vigore l’Agreement on Fisheries Subsidies dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), che punta a eliminare progressivamente i sussidi dannosi alla pesca e a rafforzare la sostenibilità degli ecosistemi marini. Lo si apprende da una nota dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), che accoglie con favore l’intesa e si dice pronta a supportarne l’attuazione.

Per Manuel Barange, vicedirettore generale FAO e responsabile della Divisione Pesca e Acquacoltura, “questo accordo è molto positivo per la sostenibilità delle risorse ittiche, da cui tutti dipendiamo. La FAO è pronta ad aiutare a implementarlo e a coglierne il potenziale”. La logica è chiara: la pesca fornisce cibo, migliora la nutrizione e sostiene i mezzi di sussistenza; non è più accettabile sovvenzionare pratiche che ne minano i benefici di lungo periodo.

Nel merito, l’accordo dell’OMC vieta i sussidi che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), quelli che incidono su stock sovrasfruttati e gli aiuti legati alla pesca in alto mare quando le risorse non rientrano sotto la gestione di organismi regionali competenti. La FAO ricorda che il contrasto alla pesca INN è già al centro dell’Accordo sulle misure dello Stato di approdo (PSMA), strumento giuridicamente vincolante entrato in vigore nel 2016 e oggi sottoscritto da 84 parti, inclusa l’Unione europea per i suoi 27 Stati membri.

Sul fronte operativo, la FAO continuerà a fornire assistenza tecnica e supporto di policy ai membri dell’OMC e collaborerà con il Fisheries Funding Mechanism dell’OMC, che prevede sostegni mirati e rafforzamento delle capacità per economie in via di sviluppo e paesi meno avanzati. Secondo Barange, l’accordo può imprimere nuovo slancio agli organismi regionali della pesca, la cui cooperazione sarà decisiva per garantire l’uso sostenibile delle risorse condivise.

Con l’entrata in vigore dell’accordo, si apre una fase in cui regole più stringenti e finanza mirata possono tradurre in pratica l’obiettivo comune: tutelare gli stock ittici e la sicurezza alimentare, rendendo la pesca un settore più trasparente, equo e sostenibile.