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A ottobre frena l’aumento delle quotazioni dei prodotti agricoli

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Stop all’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli in ottobre. Dopo il rialzo dei due mesi precedenti, l’Indice dei prezzi agricoli all’origine calcolato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) si ferma a 119 (2010=100) circa il 2,4% in meno rispetto a settembre. Resta, tuttavia, positivo il confronto rispetto al mese di ottobre 2014, che registra una crescita annua di 5,3%.

L’Indice “core” elaborato dall’Istituto – che esclude dal calcolo i prodotti ortofrutticoli, che rappresentano le componenti meno stabili del mercato – ha raggiunto quota 114,9 (2010=100), circa lo 0,7% in meno rispetto a settembre. Il confronto su base annua segnala un livello dei prezzi invariato rispetto al mese di ottobre 2014 (+0,1%).

Il comparto zootecnico registra un lieve adeguamento al rialzo dei listini, pari allo 0,3%. Il valore è il risultato degli avanzamenti dei prodotti lattiero-caseari (+0,3%) e del bestiame vivo (+0,4%), bilanciati da una tenue flessione delle uova (-0,1%).

Il settore vegetale presenta una riduzione del 5,2% rispetto al mese precedente. Dopo i rincari rilevati a settembre, calano i prezzi degli ortaggi (-15,3%). Continuano a scendere le quotazioni dei cereali (-2%) e, in maniera più marcata, quelle degli oli d’oliva (-9,2%), influenzati dalle previsioni di una produzione in crescita. Crescono, invece, i prezzi di frutta (+9,5%), semi di soia (+3,7%) e vini. Questi ultimi, in particolare, con una crescita dell’1,7%, registrano l’incremento più consistente degli ultimi tre anni.

Su base annua, la crescita del 5,3% è il risultato dell’apprezzamento delle coltivazioni (+11,3% rispetto a ottobre 2014) e dell’ulteriore cedimento dei prodotti zootecnici (-0,4%). Nel primo comparto, mantengono una dinamica inflativa gli oli di oliva (+26,7%), gli ortaggi (+46,1%) e i semi di soia (+3,8%). Invertono la tendenza, invece, frutta e cereali (rispettivamente -1,3% e -0,3%). Vini e colture industriali proseguono in negativo (-2,7 e -9,8%). In ambito zootecnico, all’aumento del 5,5% del bestiame vivo si contrappone una flessione di analoga entità dei prodotti lattiero-caseari (-5,3%).

 

Foto: Pixabay

red.