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Alimentazione e benessere dei bovini da latte

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mangimi

di G. Matteo Crovetto, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Università degli Studi di Milano

Il benessere animale dipende da molti fattori ambientali tra i quali l’alimentazione gioca un ruolo molto importante. Qualunque animale, bovino incluso, sta bene solo se si può dissetare e alimentare adeguatamente, soddisfacendo così i fabbisogni nutritivi legati alla sua età e taglia, allo stato fisiologico, al livello produttivo e alle condizioni climatico/ambientali.

Mangiare e bere a volontà!

La possibilità per un bovino, allevato in forma estensiva o intensiva, in una stalla a stabulazione fissa o libera, di potersi abbeverare e alimentare ogni qualvolta lo desidera, è il presupposto necessario per garantire un effettivo benessere all’animale. Condizione necessaria ma non sufficiente, perché l’acqua e la razione che l’animale deve avere a disposizione devono essere qualitativamente buoni e, la seconda, formulata correttamente a partire da foraggi e concentrati salubri, privi di sostanze indesiderate (es. micotossine, muffe) e dosati in rapporti tali da assicurare una dieta bilanciata e rispondente ai fabbisogni richiesti dall’animale (tab. 1).

Tab. 1 – Caratteristiche nutritive razioni per bovini da latte

Pensare agli animali più produttivi del gruppo

Detta così sembrerebbe una cosa scontata, ma non lo è affatto: pensiamo solo al problema derivante dal fatto che non alimentiamo mai un singolo animale, ma un gruppo di capi, distinguendo al massimo tra categorie di bestiame: vitelli da latte, manzette, manze gravide, vacche in asciutta, vacche in transizione, vacche in lattazione a diversi stadi e livelli produttivi. Per assicurare una razione il più possibile adeguata alle vacche più produttive di un gruppo di lattifere e non penalizzare così gli animali più performanti, dovrò formulare una dieta più spostata verso i fabbisogni nutritivi di quelle più produttive, che non impostata su quelle con produzione pari alla media del gruppo stesso. È evidente che più gruppi avrò e meglio riuscirò a formulare una dieta adatta ai diversi animali del gruppo, avendo una minor variabilità produttiva e di fabbisogni nel gruppo stesso.

La funzione dietetica della fibra

Un altro fattore fondamentale è la struttura fisica della razione, in pratica il suo contenuto in fibra “lunga” capace di esercitare una funzione dietetica a livello ruminale e intestinale: la cosiddetta “phisically effective fibre” degli anglosassoni (peNDF), costituita dall’NDF di alimenti le cui particelle siano di almeno 4 o, ancora meglio, di 8 mm. In tal modo il bovino è costretto a masticare e ruminare la dieta per diverse ore al giorno (8-12), producendo saliva che è il tampone naturale contro l’acidosi ruminale. Grande attenzione quindi ai foraggi, soprattutto quelli essiccati (fieni e paglie), ma anche quelli insilati che, se trinciati, devono comunque mantenere una granulometria tale da garantire la funzione dietetica e il benessere gastro-intestinale dell’animale.

Attenzione alle dismetabolie

Nella vacca da latte ad alta produzione l’amido è fondamentale per assicurare energia rapidamente fermentescibile, ma attenzione a non superare il 27-28% s.s. e un rapporto Amido/NDF dello 0,9, per non incorrere nell’acidosi subclinica o addirittura conclamata.

Nella bovina in asciutta andranno evitati alimenti ricchi di calcio (es. erba medica, polpe di bietola, carbonato di calcio, razione delle lattifere, ecc.) che favorirebbero l’ipocalcemia nel dopo parto e quindi il collasso puerperale. In asciutta è consigliabile un rapporto stretto Ca:P (es. 1,2:1).

Sempre in asciutta vanno evitate diete troppo energetiche che predispongano la bovina alla chetosi a inizio lattazione, mentre nel dopo parto è bene mettere a disposizione delle vacche del fieno lungo, o almeno inserirlo trinciato nell’unifeed per avere un NDF totale del 35-38% s.s. per limitare i rischi di dislocazione dell’abomaso.

Minerali e vitamine

Anche se l’energia e le proteine sono i due pilastri della nutrizione e alimentazione animale, non va sottovalutata l’importanza dei minerali (macro e micro) e delle vitamine, per assicurare uno stato di benessere effettivo nell’animale. Spesso i minerali e ancor più le vitamine sono carenti in alimenti conservati (fieni e insilati) o essiccati ad elevate temperature (molti concentrati). A una carenza minerale/vitaminica delle singole materie prime bisogna quindi ovviare con un’integrazione della dieta con tali principi nutritivi per assicurare la copertura dei relativi fabbisogni (tab. 2).

Tab. 2 – Fabbisogni minerali e vitamici dei bovini da latte

Mangiatoie e abbeveratoi di dimensioni adeguate

Lo spazio alla mangiatoia (min 70 cm per le vacche frisone e 50 per le manze) e il numero di mangiatoie (una per capo) lungo la corsia di alimentazione sono estremamente importanti per il benessere degli animali, soprattutto i più giovani, piccoli e al fondo della scala gerarchica. Stesso discorso per gli abbeveratoi: l’acqua dev’essere sempre disponibile in quantità e qualità.

Frequenza di somministrazione della dieta

I vitelli andrebbero alimentati almeno tre volte al giorno, meglio se di più, per esempio tramite sistemi automatici di allattamento. Anche per le vacche in lattazione una somministrazione della dieta più volte al giorno è benefica per il benessere dell’animale, il livello di ingestione e la produzione lattea. Una volta di più vale la regola che meglio sta l’animale, più produce e maggiore è il profitto dell’allevatore.

Alimentazione e sistema immunitario

Un’alimentazione non corretta (carente, eccessiva, squilibrata, apportatrice di sostanze indesiderate e nocive, ecc.) si ripercuote negativamente sul sistema immunitario, deprimendolo. Patologie frequenti negli allevamenti da latte come zoppie e mastiti non sono quasi mai riconducibili direttamente all’alimentazione, ma certamente un’alimentazione inadeguata ne favorisce l’insorgenza.

Conclusioni

Il benessere dei bovini dipende anche dall’alimentazione, siano essi allevati al pascolo o in stalla, in modo estensivo, biologico o intensivo. Per avere animali sani e capaci di esprimere il proprio potenziale genetico (produzione di latte o di carne) è indispensabile che l’alimentazione sia attentamente curata e impostata in base alla disponibilità/qualità delle materie prime, del livello produttivo e della convenienza economica.

A volte rinunciare a razioni molto spinte può ridurre i rischi di forme patologiche e allungare la carriera riproduttiva della bovina, con un vantaggio economico valutando l’intera carriera dell’animale.