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Carne, per 8 consumatori su 10 importante l’origine 100% italiana

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Il Made in Italy è un valore fondamentale per i consumatori, soprattutto quando si tratta di carne. Per quasi otto acquirenti su dieci, infatti, è importante che questo prodotto sia di origine 100% italiana. È un dato emerso dall’analisi dell’Osservatorio The world after lockdown di Nomisma che ha monitorato i cambiamenti nei consumi alimentari durante le settimane di serrata per la gestione del rischio sanitario dovuto alla diffusione di CoVid-19. La filiera corta però – hanno visto gli analisti – non è l’unica guida tra le corsie dei supermercati: contano anche la sostenibilità, la sicurezza alimentare e il metodo di produzione (il biologico).

Nelle scelte alimentari i consumatori hanno dato molta importanza alla filiera. Nel corso del lockdown hanno infatti privilegiato il prodotto italiano e il Km 0. Il 22% dei consumatori.ha aumentato gli acquisti dei prodotti Made in Italy a filiera corta, che presentavano dunque entrambi questi requisiti. Questo tipo di prodotto, inoltre, ha attirato anche quei consumatori più restii: il 28% ha detto di aver cominciato ad acquistare prodotti da filiere corte proprio nei mesi di emergenza.

L’origine tutta italiana si è rivelato dunque un elemento cardine nelle scelte dei consumatori. Il 71% dei soggetti intervistati, quando deve acquistare un prodotto, guarda a questo elemento e la percentuale sale al 78% quando deve acquistare carne. Si tratta di una fetta molto ampia se si considera che il 92% degli italiani tra 18 e 65 anni ha mangiato carne almeno una volta nell’ultimo anno. Oltre a questo fattore, a orientare il consumatore sono anche il marchio ‘bio’ (per poco più della metà del campione e per il 54% limitatamente alla carne), l’assenza di antibiotici (per tre consumatori di carne su quattro), l’allevamento all’aperto (per due acquirenti su tre), l’assenza di Ogm nei mangimi (per il 65%) e l’alimentazione con soli mangimi vegetali (56%). 

La sensibilità al tipo di produzione scelto è un altro aspetto importante. I consumatori hanno infatti riservato molta attenzione alla sostenibilità e al biologico, tra l’altro due punti centrali della nuova strategia della Commissione europea, Farm to Fork, per un sistema alimentare più rispettoso dell’ambiente. Il 20% dei consumatori ha scelto prodotti a basso impatto ambientale, 12% con packaging sostenibile, e il 30% ha sperimentato i prodotti biologici per la prima volta.

In generale sono aumentati i consumi del settore bio: dal 17 febbraio al 22 marzo l’incremento degli acquisti di alimenti e bevande nella Grande distribuzione rispetto al 2019 ha superato il 20%. Nei primi tre mesi del 2020 inoltre – dice Nomisma – l’incremento dell’acquisto dei freschi biologici è stato del 10%, sopra la media la carne, con un aumento del 31%.

Foto:Pixabay