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Cina decisa ad aumentare produzione di soia. Meno spazio per il mais

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La Cina vuole aumentare la produzione nazionale di soia. Per questo motivo, nel 2016 la superficie dei terreni cinesi destinati alla semina del legume aumenterà di 400.000 ettari. Lo ha affermato, durante una conferenza stampa, Yu Xinrong, Vice Ministro dell’Agricoltura della Cina. Il politico ha anche annunciato che sarà ridotta la superficie dedicata alla coltivazione del mais, che diminuirà di quasi 1,33 milioni di ettari. Questa è la prima volta, negli ultimi 13 anni, che le autorità cinesi decidono di ridurre la produzione di mais.

Il Vice Ministro ha comunicato che l’aumento della superficie coltivata con la soia avrà luogo principalmente nelle province nordorientali, dove gli agricoltori saranno incoraggiati ad abbandonare il mais per piantare il legume. Secondo quanto ha riportato l’agenzia di stampa Reuters a marzo, la Cina avrebbe accumulato circa 250 milioni di tonnellate di riserve di mais, una quantità superiore a quella che i cittadini cinesi ne consumano ogni anno. Questo potrebbe spiegare la decisione di promuovere la produzione nazionale di soia, a scapito di quella del cereale. Per 12 anni consecutivi, infatti, i raccolti di mais hanno continuato a crescere, soprattutto grazie al continuo aumento della superficie coltivata con questo cereale.

La Cina ha anche annunciato la fine della validità del regime dei prezzi fissato dal governo. Si tratta di una norma introdotta nel 2006, che prevedeva che i prezzi dei cereali fossero imposti dal governo, in modo da salvaguardare i ricavati degli agricoltori dalla volatilità dei prezzi. Nello specifico, finora quando le quotazioni di mercato scendevano troppo, le autorità governative intervenivano per acquistare grano, mais e cotone, da inserire nelle riserve statali. In questo modo il prezzo dei cereali risultava stabile. D’ora in poi, questo non accadrà più. Il governo centrale ha deciso di lasciare che le quotazioni seguano il mercato, ma ha annunciato che fornirà sussidi agli agricoltori nelle principali zone di coltivazione per tutelare i loro interessi.

 

Foto: Pixabay

redazione