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Dalla formazione ai mercati, bilancio positivo per le attività del Gruppo Giovani Assalzoo

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Affrontare le sfide dei mercati avendo a disposizione nuove conoscenze e strumenti agili, aggiornando continuamente la “cassetta degli attrezzi” dell’imprenditore con spunti e stimoli. Essere protagonisti e parte attiva dei processi, rafforzare l’identità e il ruolo del manager e costruire percorsi aziendali innovativi, integrati, flessibili. Sono queste le carte vincenti del fare squadra sulle quali il Presidente del Gruppo Giovani Assalzoo Alessandro Leone ha voluto puntare in un intenso triennio di attività fatto di incontri formativi e seminari molto apprezzati.

 

Presidente, qual è il bilancio di questi tre anni alla guida dei giovani imprenditori che aderiscono ad Assalzoo?

Proseguire e ampliare l’ottimo lavoro avviato dal mio predecessore Roberto Pavesi, primo presidente del gruppo, creando continuo interesse per nuove occasioni di incontro è stato un lavoro complesso, ma che ha dato grandi soddisfazioni. Complesso perché il nostro è un gruppo composto da imprenditori e manager che hanno già molte responsabilità aziendali, ma che conservano e manifestano curiosità verso nuovi contenuti e nuove opportunità e sono sempre aperti al confronto. Per questo, dopo il corso di formazione sulla comunicazione, già avviato dal presidente Pavesi, mi è sembrato opportuno rivolgere l’attenzione all’impresa e alla sua gestione con un corso sulla “Direzione d’impresa” tenuto da Cegos Italia, un gruppo internazionale leader nella formazione aziendale.

 

Ci può sintetizzare le tematiche affrontate durante gli incontri?

Abbiamo cercato di valorizzare gli aspetti principali che riguardano la direzione di impresa: l’organizzazione, lo sviluppo delle reti commerciali e il controllo di gestione, toccando inevitabilmente anche altri argomenti di business e di management. Sono convinto che il corso non abbia deluso le aspettative dei partecipanti, sviluppando gli argomenti in modo pratico e puntuale e cercando di realizzare un modello di formazione che potrà rappresentare un prototipo per le prossime attività del GGA. Quest’attenzione all’impresa è stato il filo rosso di tutte le attività svolte dal gruppo, compresi i seminari sui mercati e quelli sulle assicurazioni di prodotto e degli impianti. Gli incontri sono stati anche occasioni per confrontarsi, trasferire idee e creare legami, consolidare i rapporti e trascorrere insieme qualche ora di convivialità. In questo senso molto interessante è stato il “gemellaggio” tra il Gruppo Giovani Assalzoo e quello di Italmopa.

 

Ci spiega come è nato?

Sono molto soddisfatto della collaborazione intrapresa con i nostri colleghi di Italmopa, anch’essi giovani imprenditori di un settore molto vicino al nostro nelle attività di produzione e che, come il nostro, sta a monte della catena agroalimentare italiana. Dai seminari organizzati insieme è scaturito un vademecum con pratiche ed utili linee guida sulle assicurazioni che è stato pubblicato dalle rispettive riviste associative. Sicuramente rappresenta un primo passo per futuri momenti di condivisione, nell’ottica del “fare Sistema”.

 

Bilancio molto positivo, quindi, ma la domanda è d’obbligo: perché fare parte di un’associazione imprenditoriale, oggi?

Le motivazioni che stanno alla base della partecipazione di un imprenditore ad un’associazione di categoria sono e devono essere chiare: crescita, condivisione, integrazione e collaborazione. Un’associazione di categoria è costituita da persone che si muovono per raggiungere obiettivi comuni e condivisi, con l’impegno di rappresentare un intero settore. È un lavoro ‘duro’, volto a rappresentare e tutelare gli interessi dei rispettivi settori e che necessita di una continua attività di relazione con tutti i principali interlocutori Istituzionali. Un gruppo di giovani imprenditori all’interno di un’associazione di categoria dovrebbe concentrarsi sui temi della formazione e sullo sviluppo dello spirito associazionistico, approfondendo tematiche quotidiane ma rivolgendosi anche ad argomenti di più ampio respiro, che aiutino a prendere coscienza del ruolo del settore di appartenenza. E poi giovani devono rappresentare uno stimolo creativo per i “senior” dell’associazione.

 

Dove sta andando la filiera agroalimentare, qual è il ruolo del mangimista oggi e cosa fare per governare i cambiamenti?

L’industria alimentare rappresenta il secondo comparto manifatturiero italiano ed oggi, nonostante la crisi generale e prolungata, è un settore “trainante” anche per altre attività, mosso soprattutto dall’interesse sempre maggiore che i mercati esteri rivolgono ai prodotti “made in Italy” del food. Sia il mercato interno che quello estero riconoscono unanimemente tipicità e qualità ai prodotti alimentari italiani tra i quali carne, salumi, formaggi e latticini giocano un ruolo predominante. L’industria mangimistica, a monte del processo di trasformazione nel settore agroalimentare, ha svolto negli anni un indiscutibile ruolo di volano della filiera zootecnica italiana, sostenendo lo sviluppo del settore e contribuendo al successo di questi prodotti. La ricerca continua della qualità e dell’efficienza dei mangimi che produciamo e l’attenzione costante alla qualità del prodotto finale sono oggi i nostri contributi più incisivi nella filiera zootecnica e agroalimentare italiana. Conoscere l’evoluzione dei consumi e della domanda, poi, è importante per anticipare i trend ma anche per valorizzare ed esaltare gli aspetti nutrizionali dei prodotti a valle della nostra attività, spesso soggetti all’influenza o al giudizio di mode ed ideologie estemporanee. C’è poi l’osservazione sul campo. Un momento particolarmente significativo dell’attività sociale del GGA è stata la visita presso gli stabilimenti della Buhler, in Svizzera.

 

Qual è il bilancio?

La visita ha avuto ottimi risultati: primo fra tutti l’aggiornamento sulle innovazioni in ambito tecnologico ed impiantistico che la Buhler stessa ha presentato e che abbiamo potuto osservare dal vivo visitando due mangimifici svizzeri. Altrettanto interessante è stato poi approfondire le possibilità offerte dalla scuola di tecnica mangimistica e molitoria annessa alla Buhler e affiancata ad un laboratorio per le esercitazioni sulle macchine, scuola che si presenta come alto momento formativo per tutte le figure coinvolte in mangimificio sia a livello gestionale che produttivo. Assalzoo ha da poco avviato con la scuola di tecnica mangimistica di Buhler delle collaborazioni che rappresentano sicuramente delle ottime opportunità per le aziende associate.

 

Quali saranno le linee che ispireranno la programmazione delle prossime attività?

Dopo aver approfondito i temi dell’efficienza legata strettamente alla nostra attività, sarebbe opportuno rivolgerci ad argomenti che trattano il nostro settore con visione più ampia e articolata, e che in questi anni abbiamo sfiorato, per esempio il tema delle filiere alimentari di cui facciamo parte e della sostenibilità delle produzioni zootecniche, ma anche quello attuale della nuova PAC, che darà un nuovo profilo all’agricoltura e alla zootecnia italiana ed europea dei prossimi anni. Non credo che il tempo che rimane al mio incarico sia sufficiente per sviluppare tutto questo ma sarà un piacere tenere queste idee come testimone da passare al mio successore, al quale auguro in ogni caso di vivere un’esperienza intensa e importante come sono stati per me questi anni alla presidenza del Gruppo Giovani di Assalzoo.

Cosimo Colasanto