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Dop economy italiana, cresce il valore di carni fresche e formaggi

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Dallo speck Alto Adige Igp, alla bufala campana Dop, passando per la cinta senese, gli allevamenti nostrani trainano la Dop economy italiana nell’anno dei record. Il settore dell’agroalimentare nel 2021 ha raggiunto i 7,97 miliardi di euro di valore alla produzione, mettendo a segno un incremento del +9,7% in un anno e del +26% nel decennio. Al consumo il comparto tocca quota 15,82 miliardi di euro per un +4,5% su base annua. Numeri certificati dal XX Rapporto Ismea-Qualivita.

Prodotti a base di carne

I prodotti a base di carne contano 43 denominazioni e 3.521 operatori per un valore di 1,95 miliardi di euro alla produzione (+4,6%). La categoria ha una lieve contrazione di quantità certificata, ma cresce il valore alla produzione, sostenuto dall’aumento dei prezzi all’origine, con variazioni a due cifre per diverse Dop Igp. Dopo gli effetti negativi della pandemia nel 2020, soprattutto nei Paesi extra-Ue, si registra un recupero a doppia cifra per l’export che raggiunge 633 milioni di euro (+12,7%). In Emilia-Romagna si concentra oltre la metà del valore con più di 1 miliardo di euro; seguono Lombardia (342 milioni €), Friuli Venezia Giulia (335 milioni €) e Trentino-Alto Adige (117 milioni €). Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Prosciutto di Parma Dop, Mortadella Bologna Igp, Prosciutto di San Daniele Dop, Bresaola della Valtellina Igp, Speck Alto Adige Igp.

Carni fresche

Le carni fresche Dop Igp contano 6 denominazioni e 10.406 operatori che generano un valore di 98 milioni di euro alla produzione (+6,9%). Nel 2021 aumenta la quantità certificata di carni Dop Igp e, con la rivalutazione dei prezzi, anche il valore che aveva mantenuto una certa stabilità nel 2020 torna a crescere in maniera piuttosto marcata. La domanda domestica più vivace e la riapertura dell’Horeca ha indotto buoni risultati per le Dop Igp bovine, suine e ovine che, seppure con valori ancora esigui, crescono anche sul fronte export che raggiunge 12 milioni di euro (+26,1%) e coinvolge il 9% della produzione certificata.

In Sardegna (35 milioni €) e Toscana (20 milioni €) si concentra oltre la metà del valore totale della categoria e seguono Umbria (10 milioni €) e Marche (10 milioni €). Le denominazioni, per ordine di valore generato, sono vitellone bianco dell’Appennino centrale Igp, agnello di Sardegna Igp, agnello del Centro Italia Igp, abbacchio romano Igp e cinta senese Dop.

Formaggi

La categoria dei formaggi conta 56 denominazioni e 24.659 operatori, per un valore alla produzione di 4,68 miliardi di euro in crescita del +12,8% in un anno. Cresce la produzione certificata e soprattutto il valore, trainato dalle grandi Dop, anche grazie alla ripresa della domanda con il progressivo ritorno alla normalità post-pandemia e le riaperture dell’Horeca. Dopo la buona tenuta nel 2020, prosegue la crescita delle esportazioni per i formaggi Dop Igp che raggiungono 2,38 miliardi di euro nel 2021 con un +15,4%. Emilia-Romagna (1,61 miliardi €) e Lombardia (1,40 miliardi €) generano un’ampia fetta del valore, seguite da Campania (447 milioni €), Veneto (398 milioni €), Sardegna (311 milioni €) e Piemonte (301 milioni €). Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Parmigiano Reggiano Dop, Grana Padano Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop, Gorgonzola Dop e Pecorino Romano Dop, tutte in crescita sul 2020.

Foto: fonte Pixabay