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EUDR, Assalzoo: urge il rinvio dell’applicazione. Filiera zootecnica a rischio approvvigionamento

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“La recente proposta della Commissione Europea di una “semplificazione mirata” risolve solo in parte le problematiche legate all’applicazione del Regolamento UE sulla Deforestazione (EUDR). Inoltre, pur condividendo gli obiettivi della norma, l’inaspettata decisione di farne decorrere l’applicazione dal 31 dicembre prossimo sta generando ulteriore confusione, paralizzando il mercato della soia, che è una materia prima indispensabile per l’industria mangimistica e per l’intera zootecnia italiana.” Così Massimo Zanin, Presidente di Assalzoo, commenta i recenti sviluppi sull’attuazione dell’EUDR.

Il Regolamento europeo EUDR (European Union Deforestation Regulation) vieta l’immissione sul mercato di prodotti agricoli legati alla deforestazione, introducendo nuovi e complessi obblighi di tracciabilità basati su sistemi di geolocalizzazione e dichiarazioni di conformità. La mancanza di linee guida chiare, la difficoltà nel reperire dati dai Paesi di origine, l’assenza di una logistica adeguata e il rischio di applicazione retroattiva stanno già causando gravi perturbazioni alle importazioni di soia e creando un clima di estrema incertezza per il 2026.

Conseguenze gravi per la filiera mangimistica e zootecnica

L’Italia importa oltre l’85% del proprio fabbisogno di soia, utilizzata per la produzione di mangimi destinati agli allevamenti bovini, suini e avicoli nazionali. L’instabilità delle forniture – anche senza un blocco totale – rischia di tradursi in pesanti aumenti dei costi, con effetti a catena sull’intera filiera e sui consumatori: perdita di competitività degli allevamenti, rialzo dei prezzi al consumo dei prodotti di origine animale; crescente rischio di sostituzione con carni importate da Paesi terzi non soggetti alle stesse regole ambientali.

Già si osservano tensioni sui principali mercati nazionali: le quotazioni della soia sulle piazze italiane di riferimento – Milano e Bologna – mostrano rialzi significativi, con aumenti stimati tra il 15% e il 20%, segnale concreto delle preoccupazioni degli operatori per l’incertezza normativa e per le prospettive di approvvigionamento.

La proposta della Commissione europea, che prevede un periodo di sei mesi senza applicazione delle sanzioni, non risolve in ogni caso le criticità strutturali: gli operatori non saranno in grado di garantire forniture di soia conforme EUDR già da gennaio 2026, con l’effetto concreto di un corto circuito nella catena di approvvigionamento e rischi concreti per la stabilità dei prezzi delle materie prime.

Come evidenziato dalla FEFAC e dalle principali organizzazioni europee del settore agroalimentare, il quadro attuale genera un clima di “costosa incertezza” e pone le imprese in una condizione di instabilità legale e operativa.  Secondo le stime di FEFAC, l’attuale impostazione dell’EUDR potrebbe comportare un costo di oltre 1,5 miliardi di euro per il settore mangimistico europeo, circa 200 milioni per quello italiano, minando la competitività dell’intera filiera e incidendo direttamente sui costi di produzione e sui prezzi al consumo.

La richiesta di Assalzoo

“In piena sintonia con FEFAC e con le altre associazioni europee della filiera, Assalzoo chiede il rinvio di almeno un anno, fino al 31 dicembre 2026, dell’applicazione del Regolamento per tutti gli operatori, indipendentemente dalla loro dimensione. È indispensabile, inoltre, istituire una cabina di regia nazionale ed europea che possa consentire, in tempi certi, un riesame completo del Regolamento per garantire un’applicazione effettiva, proporzionata e coerente con gli obiettivi ambientali, introducendo procedure attuabili e strumenti operativi realistici, affinché la sostenibilità non si traduca in un blocco produttivo e in un danno economico irreversibile per l’intera zootecnia italiana ed europea”, conclude Zanin.