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Farm to fork, verso una rivalutazione delle nuove tecniche di ingegneria genetica?

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Farm to Fork, la sezione del Green Deal europeo dedicata alla sostenibilità nel sistema agroalimentare, potrebbe cambiare approccio nei confronti delle New breeding techniques, le tecniche di modificazione del genoma di ultima generazione. Con questo strumento la Commissione europea potrebbe intervenire su un fronte molto controverso e dibattuto, soprattutto dopo la sentenza della Corte di Giustizia del 2018 che di fatto ha equiparato gli organismi ottenuti con queste tecniche agli OGM. Nelle bozze del documento si fa riferimento a una “valutazione del ruolo potenziale delle Nbt”, con riferimento a una possibile proposta legislativa.

Sostenibilità anche grazie a catena alimentare

Nelle prossime settimane – con la road map che potrebbe subire dei ritardi per via della gestione della pandemia di CoVid-19 – la Commissione europea presenterà la strategia Farm to Fork (Dal produttore al consumatore). Il documento è parte integrante del Patto per il clima che punta alla neutralità climatica dell’Ue nel 2050, con la promozione di un’economia verde e la tutela dell’ambiente. Lo scopo particolare di Farm to Fork è definire un sistema alimentare giusto, sano e rispettoso dell’ambiente, con un sistema di produzione alimentare sostenibile. Così anche l’agroalimentare contribuirà ad affrontare i cambiamenti climatici e proteggere l’ambiente. Ad esempio l’Ue si è posta la riduzione dell’uso dei pesticidi, la conservazione della biodiversità e lo sviluppo di un’economia circolare.

Nelle comunicazioni della Commissione sul Green Deal al Parlamento e alle altre istituzioni coinvolte si legge che “le nuove tecnologie e scoperte scientifiche, associate a una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica e alla domanda di alimenti sostenibili, andranno a vantaggio di tutti i portatori di interessi”. Più in dettaglio “occorre che l’Ue sviluppi metodi innovativi per proteggere i raccolti da organismi nocivi e malattie e consideri il ruolo che nuove tecniche innovative possono potenzialmente rivestire nel migliorare la sostenibilità del sistema alimentare e garantirne al tempo stesso la sicurezza”.

Una eventuale proposta sulle Nbt

Su questo punto un contributo potrebbero darlo le nuove tecniche di ingegneria genetica, diverse da quelle utilizzate per ottenere organismi geneticamente modificate. Le Nbt infatti non prevedono l’impiego di Dna estraneo alla pianta e possono migliorare le specie vegetali, rendere le coltivazioni più produttive perché rese resistenti a malattie e parassiti o in grado di sostenere meglio gli effetti dei cambiamenti climatici. 

Nel testo non definitivo di Farm to Fork (con data 13 gennaio) si parla chiaramente di queste nuove tecniche per il miglioramento varietale: “Valutazione dello status delle nuove tecniche genomiche nel diritto dell’Unione europea, incluso il loro potenziale al miglioramento della sostenibilità nella catena alimentare, in particolare nella produzione primaria e nella trasformazione alimentare”. Gli estensori del testo fanno poi esplicito riferimento, “eventualmente”, alla successiva elaborazione di “una possibile proposta (accompagnata da una valutazione di impatto) o altre misure”. 

L’intervento del Commissario alla Sicurezza alimentare

Nel testo della strategia sembra riecheggiare la posizione del Consiglio europeo che, nel novembre del 2019, invitò la Commissione a definire, entro il 30 aprile 2021, uno studio sullo status delle nuove tecniche genomiche nel diritto dell’Ue e, se necessario, una proposta sul tema. Un’apertura è arrivata anche dalla Commissaria europea alla Salute e Sicurezza alimentare Stella Kyriakides. A gennaio, partecipando a un convegno nell’ambito della Green Week a Berlino, riguardo una legislazione specifica per le Nbt, Kyriakides ha detto che “esamineremo la questione e arriveremo a una proposta nella strategia Farm to Fork, al momento stiamo valutando la situazione”.

A oggi la materia relativa al possibile utilizzo delle Nbt è disciplinata dalla direttiva del 2001 sugli OGM per effetto della sentenza della Corte di Giustizia europea del 2018. Una decisione molto contestata dal mondo scientifico che di fatto limita fortemente il ricorso alla più moderna ingegneria genetica.

Foto: Pixabay