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Fefac: fonti proteiche e cambiamenti climatici al centro del 60° Anniversary event

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soia responsabile

Fonti proteiche e cambiamenti climatici saranno al centro dell’evento che Fefac (European Feed Manufacturers’ Federation) ha organizzato per il prossimo 6 giugno a Bruxelles (Belgio), in occasione del suo 60° anniversario. L’incontro intende fare il punto della situazione su due sfide urgenti per l’industria mangimistica europea: il futuro approvvigionamento di proteine per la produzione di alimenti per animali e le strategie europee di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Durante il convegno Phil Hogan, Commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, illustrerà i progressi compiuti nella realizzazione della nuova architettura ecologica e del modello di attuazione della Pac, descrivendo le loro potenziali opportunità per lo “European Protein Plan” (Piano europeo delle proteine). Inoltre John Clarke (Direttore Affari Internazionali della DG Agricoltura), Jim Sutter (Amministratore Delegato di Ussec – US Soybean Export Council), Pekka Pesonen (Segretario Generale di Copa-Cogeca) e Nick Major (Presidente di Fefac) discuteranno delle importazioni di soia, dei rapporti commerciali tra Usa e UE e dei risultati del rapporto “Bilancio sulle proteine del mangime per il 2017/18”, pubblicato il 20 maggio dalla Commissione UE. Il documento indica il foraggio grezzo come la principale fonte proteica dei mangimi europei, e stima che l’Unione Europea sia autosufficiente per l’80% in termini di approvvigionamento di fonti proteiche da utilizzare nella produzione di alimenti per animali. Il rapporto evidenzia, nello specifico, che l’Ue è pienamente autosufficiente per il foraggio grezzo, ma produce solo il 26% del suo fabbisogno di soia e colza.

Per quanto riguarda l’impatto sull’ambiente della produzione di mangimi e dell’allevamento nell’Unione Europea, Jean-Louis Peyraud (Presidente di Animal Task Force) e Joao Shimada (Earth Innovation Institute) descriveranno le strategie e gli strumenti che l’industria mangimistica e il settore zootecnico europeo potranno usare per attenuare gli effetti delle loro attività sui cambiamenti climatici, la deforestazione e la biodiversità.

Foto: © Dusan Kostic – Fotolia

red.