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La crescita dell’impatto umano sull’ambiente è più lenta di quella della popolazione

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L’impatto globale delle attività umane sull’ambiente è elevato, ma aumenta a un ritmo più lento rispetto al tasso di crescita economica e demografica. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications dal team di ricercatori americani diretto da Oscar Venter, della University of Northern British Columbia di Prince George (Usa), che ha elaborato la mappa degli effetti dell’operato umano sui cambiamenti ambientali.

Nel corso della ricerca, gli autori hanno esaminato l’influenza del comportamento degli uomini sull’habitat naturale nel periodo compreso tra il 1993 e il 2009. Al termine dell’indagine, hanno scoperto che gli effetti globali dell’attività umana sull’ambiente sono cresciuti a un tasso del 9%, mentre la popolazione mondiale è aumentata a un ritmo del 23%. La crescita dell’economia globale è stata ancora più elevata: ha raggiunto un tasso del 153%.

“Constatare che l’impatto umano sull’ambiente è cresciuto a un tasso più lento di quello della crescita economica e demografica è incoraggiante – afferma il dottor Venter -. Significa che la nostra capacità di utilizzare le risorse naturali sta diventando più efficiente”.

Lo studio ha anche evidenziato che l’influenza negativa esercitata dai paesi sviluppati e più urbanizzati è stata inferiore a quella dei paesi meno industrializzati. Il motivo, secondo gli autori, potrebbe essere dovuto alle politiche anti-corruzione avviate nei primi. “Lo sviluppo sostenibile è un obiettivo ampiamente raggiungibile, e i nostri dati dimostrano che è possibile conseguirlo – prosegue Venter -. Per riuscirci bisogna concentrare la popolazione nei centri urbani, in modo che non occupino tutto il territorio disponibile, e occorre sostenere i governi onesti che sono in grado di gestire gli effetti dell’attività umana sull’ambiente”.

 

Foto: Pixabay

n.c.