Home Attualità La produzione di grano cresce in Argentina, ma diminuisce in Brasile

La produzione di grano cresce in Argentina, ma diminuisce in Brasile

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Nel 2016 la produzione di grano in Argentina dovrebbe raggiungere i 16 milioni di tonnellate. Si tratta di una quantità sufficiente a destinare alle esportazioni 8,7 milioni di tonnellate di prodotto, la maggior parte verso il Brasile. Secondo la società di consulenza Trigo & Farinhas, questo è il primo anno in cui le superfici destinate alla semina del cereale sono aumentate, dopo che per diversi anni la produzione di grano argentino è risultata in calo. Negli ultimi tempi, infatti, il Brasile è stato costretto a importarlo anche da altri paesi, oltra che dall’Argentina.

La produzione di grano in Brasile subirà, nel 2016, un’ulteriore contrazione. Le forti piogge che hanno danneggiato il raccolto negli ultimi due anni, hanno spinto gli agricoltori brasiliani a ridurre le superfici destinate alla semina del cereale. La maggior parte ha preferito piantare il mais di varietà safrinha, che offre rendimenti migliori, soprattutto quest’anno che i prezzi del mais nazionale sono aumentati.

Finora nello stato del Paranà, il principale produttore brasiliano di grano, è stata piantata solo una piccola percentuale della quantità prevista per la stagione in corso. La semina è stata, infatti, rallentata dal clima secco che è durato per quasi tutto il mese di aprile. Tuttavia le piogge dell’ultima settimana hanno reso le condizioni più favorevoli per la semina del grano. Il Dipartimento di Economia rurale del Paranà stima che le superfici coltivate con il grano diminuiranno del 14% rispetto allo scorso anno, fermandosi a 1,15 milioni di ettari. Inoltre, ha abbassato le stime sul raccolto: la produzione dovrebbe raggiungere i 3,5 milioni di tonnellate, mentre le precedenti valutazioni erano di 3,6 milioni di tonnellate.

Infine, anche in Paraguay è prevista una riduzione della superficie destinata alla coltivazione del grano, che nel 2016 dovrebbe diminuire del 30%. Il motivo? Prezzi bassi e assenza di finanziamenti.

Foto: © Željko Radojko – Fotolia.com

n.c.