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Le piante “silenziano” i geni che non sono utili

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Le piante sono in grado di “spegnere” i geni di cui non hanno bisogno. Lo ha scoperto, durante uno studio pubblicato sulla rivista Nature Genetics, un team internazionale di scienziati coordinato da Doris Wagner, dell’Università della Pennsylvania di Philadelphia (Usa), che spiega: “‘Ciò che non si è’ fa parte dell’identità degli organismi. Questo vale soprattutto per le piante, perché sono mutevoli e suscettibili alle condizioni ambientali. Di conseguenza, la parte del genoma che non è necessaria, o che potrebbe fornire indicazioni sbagliate, dev’essere interrotta in modo affidabile”.

Gli autori spiegano che ogni pianta possiede un genoma costituito da milioni di coppie di nucleotidi. Ma l’espressione dei diversi geni può variare da cellula a cellula, e può cambiare durante i vari stadi della vita del vegetale. Alcuni geni devono essere attivati, mentre altri devono essere spenti affinché ogni cellula della pianta esegua correttamente il suo compito. La disattivazione dei geni inutili avviene grazie all’azione di piccole sequenze del Dna, che dirigono il posizionamento delle proteine responsabili del “silenziamento” dell’espressione genica.

Nel corso della ricerca, gli scienziati hanno analizzato 170 segmenti di Dna della specie vegetale Arabidopsis thaliana, per verificare se fossero in grado d’influenzare il comportamento delle proteine del gruppo Polycomb (PcG). Precedenti studi – condotti prima sui moscerini della frutta e successivamente su piante e mammiferi – hanno, infatti, dimostrato che queste molecole promuovono la repressione genica. Al termine dell’indagine, hanno individuato piccole sequenze del Dna vegetale che regolano l’attività genica, incaricando le proteine Polycomb di disattivare i geni non necessari. La scoperta, spiegano, potrebbe servire a migliorare le caratteristiche dei vegetali, agendo direttamente sul loro genoma, senza bisogno d’introdurre materiale genetico esterno.

“Potremmo cercare di manipolare le informazioni genetiche usando le tecniche di editing genomico – osserva Wagner -, in modo da alterare l’espressione genica delle piante senza aggiungere materiale genetico estraneo e modificare epigeneticamente l’espressione delle sue caratteristiche”.

Foto: © Mopic – Fotolia.com

redazione