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“Mangimistica italiana protagonista della filiera agroalimentare”

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a cura di Miriam Cesta e Salvatore Patriarca, redazione

Dalla fondazione avvenuta nel 1945, passando per l’immediato dopoguerra, gli anni del boom economico  e fino ad arrivare a oggi, Assalzoo – l’associazione che riunisce a livello nazionale i produttori di alimenti zootecnici – ha fatto molta strada. Nell’immediato dopoguerra, in un contesto economico segnato dalla povertà e dalla necessità di ricostruzione, la produzione mangimistica era marginale, priva di struttura industriale e basata principalmente sui sottoprodotti della molitura dei cereali, spesso in forma rudimentale. L’intuizione – dall’idea di Giorgio Mortari e di un piccolo gruppo di imprese pioniere  – fu quella di fornire un supporto nutrizionale adeguato all’allevamento italiano: ed è proprio questa l’innovazione prodotta da Assalzoo che ha innescato la trasformazione di tutta la filiera zootecnica italiana. Dagli anni Cinquanta e Sessanta l’industria mangimistica nostrana compie un primo salto di qualità, con la quantità di mangimi prodotti che cresce rapidamente passando da 300mila a 6 milioni di tonnellate all’anno. E poi dagli anni Ottanta a oggi la crescita non si è fermata, arrivando a una produzione di 15,5 milioni di tonnellate di mangimi all’anno, con un fatturato di circa 10 miliardi di euro e quasi 9.000 addetti, escluso l’indotto.

Nel corso della giornata di celebrazioni per l’ottantesimo anniversario dalla fondazione di Assalzoo svoltasi a Villa Aurelia a Roma si è tenuta una tavola rotonda sull’importanza dell’alimentazione animale per l’intero comparto agroalimentare. “Non posso non guardare con un certo orgoglio al cammino svolto dall’associazione in questi ottant’anni – ha affermato nel corso dell’evento Silvio Ferrari, Past President Assalzoo -. Vorrei evidenziare innanzitutto il primo risultato: che Assalzoo esista ancora e sia in grande salute, con grandi prospettive davanti. Le dinamiche economiche dei decenni passati sono state varie e di elevata complessità. Lo spirito associativo e l’impegno degli imprenditori che ne fanno parte ha permesso a un settore, come quello della mangimistica, di nascere a livello di industriale, di crescere e di essere oggi un assoluto protagonista della filiera agroalimentare, che rappresenta di fatto una delle eccellenze economiche italiane”.