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Ministero della Salute, irregolare poco più dell’1% delle analisi su alimenti e bevande

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Il ministero della Salute ha aggiornato i dati sui controlli effettuati sugli alimenti e le bevande. Nel 2018 è risultato irregolare l’1,14% delle analisi effettuate su questi prodotti. I controlli sono disposti per verificare e garantire il rispetto delle normative vigenti, per la tutela della salute pubblica e dei consumatori e per assicurare la lealtà degli scambi commerciali. Dalla produzione alla somministrazione, ogni fase finisce all’attenzione del personale addetto a queste operazioni.  

Nel 2018 – come si legge nella relazione “Vigilanza e controllo degli alimenti e delle bevande in Italia” trasmessa al Parlamento lo scorso 27 gennaio – sono stati prelevati 50.481 prodotti. Sono quelli destinati al commercio sul territorio nazionale, indipendentemente dalla provenienza, e quelli per l’esportazione nell’Unione europea o in un Paese terzo.

Su questi campioni sono state condotte 129.504 analisi, circa 2,6 ricerche analitiche per campione in media. Il 46% delle analisi è stata condotta negli alimenti di origine animale (uova, carne, latte, pesce, e derivati di ogni categoria). In generale è risultato irregolare circa l’1,14 delle analisi.  

Per i prodotti di origine animale le non conformità sono soprattutto di tipo microbiologico. Complessivamente le ricerche microbiologiche sono state 78.055 e hanno riguardato microrganismi, parassiti, lieviti e muffe. Di queste il 91,82% ha interessato i batteri patogeni e quelli definiti come indicatori di igiene di processo. Per i batteri le percentuali più alte di controllo si osservano per il genere Salmonella (26,92%). Per gli elementi chimici, invece, la maggior parte delle ricerche ha riguardato i metalli pesanti come piombo, mercurio e cadmio: su 21.518 analisi è emerso lo 0,27% di irregolarità. 

Nella relazione il ministero dà conto anche delle ispezioni dei Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione e dei Servizi Veterinari dei Dipartimenti di Prevenzione delle Asl. Sono stati 144.916 gli stabilimenti ispezionati più volte nel 2018 per un totale di 467.128 ispezioni. Uno stabilimento su cinque ha mostrato infrazioni durante i controlli.

Alla frontiera

Negli Uffici di Sanità marittima, aerea e di frontiera sono state controllate 159.197 partite totali in importazione, di cui due terzi circa alimenti di origine non animale e un terzo materiali a contatto con gli alimenti. Sul 100% delle partite è stato eseguito il controllo dei documenti mentre sui 3.781 campionamenti sono state effettuate 5.204 analisi, in buona parte alla ricerca di aflatossine, pesticidi, salmonella e solfiti. In 214 casi le partite sono state respinte o distrutte al termine dei controlli. 

All’ingresso in Italia, nei posti di ispezione frontaliera, sono state controllate anche le partite di origine animale. Quelle soggette a controllo fisico sono state 20.391 e quelle campionate 1.847. I campionamenti più numerosi hanno riguardato i prodotti della pesca, dell’acquacoltura, i molluschi e crostacei, le carni di tutte le specie e prodotti a base di carne. Dopo lo scandalo della carne proveniente dal Brasile sono state incrementate le analisi microbiologiche sulla carne (E. coli e Salmonella). 

Completano il fronte dei prodotti importati i numeri relativi all’attività degli operatori che ricevono partite di prodotti o animali provenienti da un altro Stato membro e che notificano gli arrivi agli Uffici veterinari per gli Adempimenti comunitari. Nel 2018 sono state sottoposte a controlli documentali e fisici 7.658 partite di prodotti di origine animale destinate al consumo umano. Sulla carne suina sono stati stabiliti ulteriori campionamenti per la ricerca del virus della peste suina africana.

Sistema di allerta rapido per mangimi e alimenti 

Sul fronte della sicurezza alimentare europea, il sistema di segnalazione dei rischi diretti o indiretti per la salute pubblica derivanti dagli alimenti e dai mangimi (Rasff) vede l’Italia al terzo posto per numero di notifiche inviate alla Commissione europea. Sempre nel 2018 sono state 398 su un totale di 3.622 di cui 313 relative all’alimentazione animale. La Turchia, seguita da Cina e Francia, è risultato il Paese che ha ricevuto più notifiche per prodotti non conformi. L’Italia è al nono posto: tra i prodotti di origine italiana 24 irregolarità hanno riguardato i prodotti per l’alimentazione animale, 24 frutta e vegetali, 15 la carne escluso il pollame e 14 i cereali e derivati.

 

Foto: Pixabay

redazione