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Performance qualitativa di ibridi da trinciato di mais nel triennio 2013-2015

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La sperimentazione agronomica nazionale degli ibridi da trinciato, coordinata dall’Unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo, consente una valutazione della resa e della qualità nutrizionale di ibridi commerciali di classe FAO 600 e 700 sviluppati dalle principali ditte sementiere e coltivati in prove replicate in diverse località del nord Italia. I risultati di questa sperimentazione rappresentano ormai da molti anni un tradizionale punto di riferimento per orientare la scelta varietale di tecnici e maiscoltori interessati al settore zootecnico. Oltre alla valutazione delle rese, viene infatti definita la composizione chimica degli ibridi in prova. In particolare, vengono determinati: proteina grezza, amido, NDF (fibra neutro-detersa), ADF (fibra acido-detersa), ADL (lignina acido-detersa), NDFD (digeribilità della frazione NDF) e UFL (unità foraggere latte). Questi parametri consentono una stima della digeribilità e del potenziale energetico del trinciato.

I risultati della sperimentazione sono variabili da una stagione all’altra, in relazione sia al numero e alla tipologia degli ibridi in prova, che all’andamento meteorologico stagionale. Per valutare quanto il clima possa influire sulla produttività e qualità nutrizionale del trinciato, sono state confrontate le performance produttive e qualitative di 10 ibridi, otto di classe FAO 700 e due di classe FAO 600 (Tabella 1), presenti nella prove agronomiche degli ultimi tre anni.

 

Tabella 1. Elenco dei 10 ibridi da trinciato presenti nei tre anni di prove agronomiche (2013-2015)

Ibrido

Ditta distributrice

Classe FAO

 

 

 

DKC6795

DEKALB

700

KWS 2571

KWS

700

KWS 2572

 

700

LG30.703

LIMAGRAIN

700

LG30.709

 

700

MAS 71.B

MAISADOUR

600

MAS 73.E

 

700

MAS 78.T

 

700

PR32D99

PIONEER

600

SAGUNTO

SEMILLAS FITÓ

700

 

In Figura 1 sono riportati i valori di precipitazioni e temperature medie mensili del triennio in esame. Il 2013 è stato un anno caratterizzato da precipitazioni abbondanti, concentrate prevalentemente nei mesi primaverili (531 mm tra marzo e maggio) e nei mesi di agosto e ottobre. Al contrario, nel 2014 le precipitazioni, ridotte in primavera (248 mm tra marzo e maggio), sono aumentate nei mesi estivi (633 mm tra giugno e agosto), mentre nello stesso periodo le temperature sono state al di sotto delle medie stagionali. Il mese di luglio, per esempio, ha avuto una temperatura media di 22,2 °C contro i 25,7 °C del 2013 e i 28,5°C del 2015.

 

Figura 1. Confronto dei valori di precipitazioni totali (mm) e temperature medie mensili (°C) negli anni 2013 – 2015.

 

Andamento ancora diverso è stato osservato nel 2015: le precipitazioni sono state scarse (in totale 514 mm, contro i 967 mm nel 2013 e i 963 mm nel 2014) e le temperature molto elevate. A causa della ridotta disponibilità di acqua per le irrigazioni, la coltura ha sofferto la siccità durante le fasi di fioritura e maturazione.

Confrontando i dati climatici del triennio con la media delle temperature e delle precipitazioni degli ultimi 50 anni, si osserva un profondo mutamento rispetto al passato. La quantità di acqua disponibile è infatti distribuita in modo sbilanciato nella stagione agronomica, risultando eccessiva in alcuni periodi e quasi assente in altri. Anche le temperature medie non seguono l’andamento tradizionale in cui si verifica un aumento lineare fino al picco di luglio-agosto, ma subiscono variazioni improvvise. Si osserva inoltre con sempre maggiore frequenza un aumento dei valori medi di temperatura. Tutti questi cambiamenti comportano inevitabilmente problemi per le colture, e in particolare per il mais.

In Tabella 2 sono riportati i valori medi di resa e composizione chimica dei 10 ibridi per ogni anno. Nel 2013 gli ibridi hanno mostrato valori molto alti di amido (34,6% s.s.) e di ADL (3,8% s.s.); le abbondanti piogge primaverili hanno evidentemente consentito un buon accumulo di amido nei semi, ma resa e UFL sono risultate contenute, probabilmente a causa della pioggia abbondante in fase di raccolta. Anche i valori di proteine sono stati piuttosto bassi (7,0% s.s.).

 

Tabella 2. Media ± deviazione standard dei parametri qualitativi relativi al trinciato dei 10 ibridi comuni ai tre anni.

 

2013

2014

2015

 

 

Resa q/ha s.s.

220,4 ± 6,8

277,5 ± 8,5

238,5 ± 4,4

Proteine % s.s.

7,0 ± 0,2

8,3 ± 0,2

9,6 ± 0,3

Amido % s.s.

34,6 ± 2,0

30,9 ± 2,9

21,2 ± 3,1

NDF % s.s.

41,3 ± 1,6

37,8 ± 3,0

49,6 ± 2,9

ADF % s.s.

19,5 ± 1,0

22,8 ± 1,9

29,9 ± 1,7

ADL % s.s.

3,8 ± 0,2

2,8 ± 0,2

3,2 ± 0,1

NDFD % s.s.

26,9 ± 0,9

27,9 ± 0,9

27,8 ± 0,8

UFL /q s.s.

89,0 ± 2,8

95,8 ± 1,6

89,5 ± 1,4

 

Il 2014 è risultato essere l’annata migliore per il mais da trinciato, infatti la resa media dei 10 ibridi è stata di 277,5 q/ha s.s. contro 220,4 q/ha s.s. nel 2013 e 238,5 q/ha s.s. nel 2015; ciò probabilmente è dovuto alle piogge abbondanti che hanno permesso uno sviluppo rigoglioso delle piante. Anche i valori di UFL e di NDFD erano buoni (95,8 UFL/q s.s. e 27,9 %, rispettivamente). Il 2015 è stato invece caratterizzato da piante sofferenti per la mancanza di acqua e per le temperature elevate; in diverse prove le spighe hanno avuto sviluppo ridotto, di conseguenza i materiali raccolti hanno mostrato valori molto bassi di amido (21,2 % s.s.). Sensibilmente più elevate, invece, le percentuali di NDF (49,6% s.s.) e ADF (29,9% s.s.), per cui il trinciato è risultato prevalentemente costituito dalla frazione fibrosa.

La variabilità osservata nei campioni dei tre anni è sintetizzata nel grafico relativo all’analisi delle componenti principali (Principal Components Analysis, PCA) (Figura 2). La percentuale di variabilità spiegata dalla prima componente (PC1) è pari a 48,2 %, quella relativa alla seconda componente (PC2) corrisponde a 40,6%. Dal grafico emerge che i materiali coltivati nei tre anni si differenziano nettamente soprattutto lungo l’asse orizzontale (PC1). I campioni del 2013 presentavano alti valori di amido e ADL, ma rese piuttosto basse. Nel 2014 i trinciati hanno mostrato la qualità migliore, essendo caratterizzati da alte rese, elevati valori di UFL e buona digeribilità (NDFD). I campioni del 2015, infine, si distinguevano per gli alti valori di NDF, ADF e proteine.

L’andamento climatico di ogni anno ha quindi influito molto sull’accumulo dei composti chimici degli ibridi da trinciato. Alcuni materiali hanno mantenuto però caratteristiche interessanti in ogni annata. L’ibrido MAS 73.E, ad esempio, ha mostrato valori sempre alti di proteine e fibre; gli ibridi KWS2571, KWS2572 e MAS 78.T si sono distinti per un buon accumulo di amido; MAS71.B è stato sempre caratterizzato da un buon valore di NDFD.

Non è stata invece osservata stabilità produttiva nelle tre stagioni, un dato che conferma come la resa sia uno dei parametri più suscettibili alle condizioni climatiche. Questo aspetto sintetizza il focus della nuova sfida che il miglioramento genetico deve affrontare: lo sviluppo di ibridi capaci di far fronte ai cambiamenti climatici e di produrre anche in condizioni ambientali poco favorevoli.

 

L’articolo completo con le figure grafiche sono consultabili sul pdf della rivista presente sul sito nell’apposita rubrica.

 

Foto: Pixabay

Michela Alfieri, Stefania Mascheroni, Gianfranco Mazzinelli, Rita Redaelli