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Peste suina africana, al ministero della Salute un incontro su prevenzione e sorveglianza

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Una delle questioni aperte per la zootecnia mondiale è il contrasto alla diffusione della Peste suina africana, una malattia che sta interessando il settore suinicolo di diversi Paesi. Anche se non rappresenta un rischio per la salute umana, la patologia, presente tra le popolazioni suine domestiche e selvatiche in Asia, Europa e Africa, sta causando gravi perdite negli allevamenti. Tra i Paesi più colpiti c’è la Cina. Le armi a disposizione della comunità internazionale e dei singoli Stati sono la prevenzione e la sorveglianza del rischio. I temi saranno al centro di un congresso organizzato dal ministero della Salute che si terrà a Roma il prossimo 23 gennaio. A chiudere le due sessioni sarà l’intervento di Silvio Borrello, direttore generale della Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero.

L’importanza della prevenzione e della sorveglianza è stata sottolineata anche dall’Oie. L’Organizzazione mondiale per la Salute animale ha ricordato ai Paesi membri le raccomandazioni correlate al commercio dei suini e dei prodotti della suinicoltura e incoraggiato ad attuare le misure sanitarie relative allo smaltimento dei rifiuti e alla biosicurezza negli allevamenti. L’obiettivo è scongiurare la diffusione della malattia nei Paesi indenni e proteggere un comparto vitale in molti sistemi produttivi agroalimentari, Italia compresa. Nel contrasto alla malattia devono essere coinvolti, oltre ai servizi veterinari pubblici, anche il mondo venatorio, la filiera produttiva e la società.

In Asia oltre 1,7 milioni di decessi

La Peste suina africana è un importante pericolo sanitario perché è molto contagiosa e letale. E la situazione è complicata dall’assenza di un vaccino efficace, come ricorda il ministero della Salute. Ma le misure di controllo sono in grado di gestire le epidemie come indica il caso della Regione Sardegna. Nell’isola la Peste suina africana è endemica da più di quarant’anni e solo di recente è riuscita a migliorare la sua situazione con un importante piano di controllo.

A oggi, stando ai dati dell’ultimo report dell’Oie (20 dicembre-3 gennaio) sono state notificate 241 nuove epidemie; il totale è di 12.219 focolai infettivi in tutto il mondo. L’aumento del numero di epidemie è stato significativo a partire dal 2016. Da allora la Peste suina africana è diventata una questione urgente in Europa, Africa e Asia. Tra i Paesi colpiti per la prima volta ci sono la Cina (agosto 2018) seguita da Mongolia e Hong Kong. Se in Europa l’infezione si è diffusa tra i suini domestici e selvatici in Asia e Africa principalmente tra quelli domestici. Inoltre, mentre il numero di epidemie è stato maggiore in Europa, è l’Asia ad aver pagato il maggior prezzo con la perdita di 1.711.677 suini, il 68% delle perdite globali del triennio 2016-19.

Foto: Pixabay