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Petfood: un settore in continua evoluzione

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Nelle ultime decadi il mercato del petfood è andato continuamente espandendosi. Tale diffusione deriva dalla crescente consapevolezza dell’importanza di una nutrizione bilanciata e corretta per la salute e il benessere dell’animale da compagnia, da una maggiore fiducia nelle preparazioni industriali, che assicurano completezza e corretto bilanciamento dei nutrienti rispetto all’alimentazione casalinga, da una riduzione del tempo a disposizione per la preparazione dei pasti, che favorisce il più pratico e rapido utilizzo di alimenti pronti.

Tutto ciò ha portato il petfood ad un graduale aumento del tasso di penetrazione, ovvero il tasso medio di copertura calorica da alimenti industriali rispetto ad alimenti casalinghi, pari al 57 % per il cane e il 64 % per il gatto. Siamo ancora lontani rispetto agli altri mercati dell’Europa occidentale, il cui tasso medio ha ormai raggiunto l’80 % circa, tuttavia ciò fa pensare ad ulteriori margini di miglioramento e ad un mercato in Italia molto interessante per gli operatori del settore.


 
I gusti del “padrone” – Dai recenti sondaggi pubblicati dall’Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia emerge un aumento dell’attenzione che i proprietari dedicano alla corretta nutrizione dei propri animali, questo perché i proprietari sono oggi più attenti alla salute degli animali da compagnia e sono consapevoli che per garantire il loro benessere, una corretta alimentazione è importante quanto la prevenzione e i controlli sanitari periodici.


Le diverse tipologie di petfood in commercio permettono oggi una scelta molto ampia, ma sempre con la garanzia che si tratta di alimenti prodotti in base alle specifiche esigenze degli animali. A tale riguardo oggi vengono distinte 4 diverse tipologie di acquirenti: quelli attenti soprattutto alle specifiche segmentazioni sia di prodotto (basate sull’età dell’animale, lo stile di vita e i fabbisogni nutrizionali), sia di packaging, sia di linee funzionali con ricettazioni sempre più ricercate; quelli che cercano un alimento bilanciato, abbastanza pratico e conveniente; quelli a cui piace variare gusti e tipologie di alimenti; quelli maggiormente legati alle abitudini. Inoltre, la tendenza ad una “antropomorfizzazione” dell’animale da compagnia spinge alcuni proprietari a proiettare sull’alimentazione del cane e del gatto criteri e scelte tipici dell’alimentazione umana. Ne sono un esempio le molte linee di alimenti “biologici” o quelle a base di prodotti “vegetali” lanciate negli ultimi anni sul mercato, dove hanno trovato una loro persistente collocazione.
 
In una tale situazione di eccesso dell’offerta, che induce le diverse industrie ad aumentare il livello di servizio per unità di prodotto venduto, il consumatore dei prodotti per animali da compagnia affina maggiormente le proprie esigenze divenendo in grado di scegliere meglio i prodotti a lui più confacenti. Questa situazione, unitamente ad una migliore cultura sanitaria di base, incoraggia lo sviluppo dei prodotti di elevato contenuto tecnologico, per i quali, in ogni caso, prevale sempre la richiesta di elevati standard qualitativi e di sicurezza verso cui l’Industria del petfood dovrà sempre più evolversi.
Per quanto riguarda la sicurezza, i recenti regolamenti comunitari in “materia di immissione sul mercato ed uso dei mangimi”, comprese le prescrizioni relative all’etichettatura, all’imballaggio e alla presentazione (Reg CE 767/2009), hanno reso più moderne e migliori le norme che definiscono quali dichiarazioni devono essere apposte sull’etichetta e quali informazioni devono essere comunicate attraverso l’etichettatura del prodotto.
Conseguentemente, la FEDIAF (Federazione Europea delle Industrie per Alimenti per Animali da Compagnia) ha quindi elaborato un “Codice per la Corretta Comunicazione sul PetFood” ed un “Manuale di Buone Pratiche per la Produzione di PetFood Sicuro” in applicazione del Regolamento Comunitario sull’Igiene dei Mangimi (CE n. 183/2005). Questi strumenti nascono e si integrano da un lato per migliorare la sicurezza del petfood, dall’altro per favorire una maggiore trasparenza delle informazioni e garantire la massima chiarezza e facilità di comparazione per il consumatore, consentendogli di effettuare scelte informate sui prodotti più adatti per i proprietari e gli allevatori.


 
Petfood più “ricco e funzionale” – Nell’ambito delle strategie evolutive del mercato del petfood, si è affermata la ricerca di proprietà funzionali già presenti in molti alimenti tradizionali, nonché l’allestimento di prodotti caratterizzati dall’incorporazione di nuove componenti benefiche adattati alle diverse fasi della vita dell’animale, al suo stile di vita ed al suo stato di salute.
Da questo punto di vista un trend importante che si è sviluppato e ancor di più si svilupperà in futuro sulla scia dei consumi alimentari umani, è quello relativo agli alimenti salutistici e funzionali. È noto che il miglioramento del tenore di vita delle popolazioni è accompagnato ad una diversificazione dei consumi alimentari. Le variazioni dello stile di vita hanno infatti determinato un cambiamento dei bisogni alimentari e degli strumenti per soddisfarli: soddisfatti i bisogni quantitativi, oggi, ma sicuramente ancor più nel prossimo futuro, i consumatori orientano le scelte dei prodotti sulla qualità, sui contenuti e, in modo particolare, sulle possibili valenze salutistiche. Pertanto, al pari di quanto verificatosi nell’uomo, il bisogno di migliorare la qualità della vita degli animali d’affezione impongono la necessità che la dieta, oltre ad essere nutriente e gradevole, debba essere anche funzionale.


Ne consegue che molti prodotti oggi disponibili per l’alimentazione del cane e del gatto, non solo per soggetti anziani o in crescita, sono integrati con acidi grassi essenziali Omega-3 e Omega-6 in giusto equilibrio. Altrettanto elevata è stata l’attenzione data dall’industria del petfood agli antiossidanti ai fini di una prevenzione di tutta una serie di eventi morbosi oltre che del naturale processo dell’invecchiamento.
Tra i componenti alimentari il cui ruolo funzionale a livello gastroenterico è ormai sufficientemente dimostrato da giustificare la definizione di functional claim, rientrano la fibra, i prebiotici (FOS, inulina), i probiotici, per i quali negli ultimi anni sono aumentate le ricerche anche nel campo degli animali d’affezione e che oggi contribuiscono al valore aggiunto di alcuni prodotti destinati all’alimentazione non solo di animali con particolari problematiche sanitarie. Scarse sono invece le conoscenze sugli effetti di sostanze naturali integrate nella dieta del cane e del gatto, nonostante la presenza sui mercati di diverse prodotti cosiddetti “olistici”.
 
Sicurezza e tecnologia – Questa rassegna, per quanto breve, non sarebbe completa se non fossero ricordate la scelta delle materie prime e l’evoluzione tecnologica quali fattori indispensabili per garantire la qualità nutrizionale del petfood. Nel corso degli anni le materie prime sono state selezionate in funzione delle preferenze delle diverse specie; più recentemente è stata posta maggiore attenzione alle caratteristiche chimico nutrizionali degli alimenti, alle componenti bioattive (acidi grassi, peptidi) quali possibili biomarcatori di salute e benessere, alle minori potenzialità allergeniche (fonti proteiche alternative). Ma al di là delle preferenze individuali e delle proprietà funzionali di alcuni alimenti, è fondamentale esercitare una rigorosa selezione delle materie prime e un adeguato controllo circa la loro qualità.


Non si dimentichi che, in molti casi l’industria del petfood rappresenta un’estensione delle industrie di alimenti per l’uomo: in tal senso il settore del petfood apre un mercato per gli “scarti” di macellazione, cereali non adatti all’alimentazione umana e per altri “sottoprodotti” che non potrebbero altrimenti garantire profitti. Non viene messa in dubbio la sicurezza di questi prodotti (Ordinanza Ministero della Salute – G.U. n. 284, 5 Dic. 2000 a garanzia della provenienza e sicurezza di prodotti destinati alla produzione degli alimenti per animali d’affezione), tuttavia non si può escludere che l’apporto nutrizionale, a causa della diversa provenienza delle materie prime, possa variare da lotto a lotto.


Inoltre, la produzione degli alimenti è infatti un processo piuttosto complesso, molto sensibile a qualsiasi cambiamento nella formulazione, trattamento termico (estrusione, sterilizzazione) ed è inevitabile che qualcosa del valore nutritivo venga perso durante il trattamento; tuttavia, in risposta soprattutto ai fautori di un ritorno alla dieta naturale (diete BARF), è noto che al cibo industriale vengono aggiunti minerali e vitamine per rimpiazzare quello che si è perso. Di più, oggi negli impianti produttivi più avanzati sono previsti controlli computerizzati dei parametri di processo (T°, Umidità relativa) e di quelli di prodotto (consistenza, densità, durezza, caratteristiche organolettiche). Oggi un moderno estrusore potrebbe, mediante l’uso di modellazioni, operare in maniera da realizzare un prodotto che possegga le caratteristiche richieste dagli input.
 
Concludendo, il comparto del petfood è in continua evoluzione grazie alla maggiore sensibilizzazione verso gli animali d’affezione e ai mutati stili di vita. In conseguenza di ciò si è determinata una maggiore penetrazione di mercato da parte degli alimenti industriali ed un diverso approccio da parte del proprietario per cui, chi sceglieva i prodotti industriali con cadenza occasionale, ora è portato a farlo con sempre maggiore frequenza. In un contesto di continuo aumento dell’offerta e dello sviluppo di nuovi prodotti, sempre più importanza assumerà la ricerca della qualità e della sicurezza dei prodotti da parte dell’industria.

 Foto: Pixabay

Valentino Bontempo – Prof. Ordinario di Nutrizione e Alimentazione Animale, Università degli Studi di Milano