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Prezzi alimentari in lieve calo a settembre: segnali positivi dalle scorte mondiali

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A settembre 2025 l’Indice FAO dei prezzi alimentari ha registrato un lieve calo, riflettendo andamenti favorevoli nei mercati globali di alcune materie prime chiave. Secondo il nuovo report pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) l’indice si è attestato a 128,8 punti, contro i 129,7 di agosto, pur restando del 3,4% superiore rispetto allo stesso mese del 2024.

Il calo – riporta una news sul sito della FAO – è stato trainato principalmente dalla diminuzione dei prezzi dello zucchero (–4,1%) e dei prodotti lattiero-caseari (–2,6%). Per lo zucchero la produzione superiore alle attese in Brasile, unita a prospettive di raccolto favorevoli in India e Thailandia, ha spinto i prezzi ai minimi da marzo 2021 mentre il mercato lattiero-caseario ha risentito di una domanda più debole e maggiori forniture dall’Oceania.

Anche i prezzi dei cereali sono in discesa (–0,6%): in particolare il grano ha visto una riduzione per il terzo mese consecutivo grazie a buone previsioni di raccolto e a una domanda internazionale moderata. Stessa tendenza per il mais e, in misura minore, per il riso. Di segno opposto la dinamica dei prezzi della carne che ha raggiunto un nuovo record storico sostenuta dalla forte domanda negli Stati Uniti, soprattutto per quanto concerne le carni bovine e ovine.

Le prospettive globali per il settore cerealicolo appaiono rassicuranti: la FAO prevede una produzione record di 2.971 milioni di tonnellate nel 2025, in crescita del 3,8% rispetto all’anno precedente, la maggiore espansione annuale dal 2013. Anche l’utilizzo e le scorte mondiali sono attesi in aumento, segnalando una buona disponibilità per l’alimentazione umana e animale.

Secondo le stime il rapporto scorte/consumo rimarrà stabile intorno al 30,6%, confermando condizioni favorevoli di approvvigionamento globale nei prossimi mesi. Parallelamente è previsto un aumento del commercio internazionale di cereali, soprattutto grano, mentre la domanda internazionale di riso si mantiene su livelli più bassi a causa dei buoni raccolti locali in molti Paesi asiatici e africani.

Nel complesso questi dati diffusi dalla FAO – sebbene permangano rischi legati a condizioni climatiche e tensioni geopolitiche che potrebbero influenzare la stabilità dei mercati alimentari globali – offrono un quadro positivo.