Home Ricerca Riduzioni emissioni gas, le implicazioni di una scoperta genetica

Riduzioni emissioni gas, le implicazioni di una scoperta genetica

553
0
latte_metano

Una scoperta genetica potrebbe aiutare a ridurre le emissioni di gas serra all’interno degli allevamenti. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista BMC Genomics dagli scienziati dell’International Center for Tropical Agriculture (Ciat) di Cali (Colombia), secondo cui una pianta tropicale, chiamata Brachiaria, sarebbe in grado di limitare le emissioni di sostanze inquinanti prodotte dai bovini e aumentare la produttività del bestiame.

Gli autori spiegano che un recente studio ha rilevato che la Brachiaria humidicola, un’erba da foraggio resistente e benefica per l’ambiente, può diminuire il protossido di azoto emesso dal suolo ricoperto dall’urina del bestiame. Inoltre, gli stessi esperti del Ciat hanno identificato i meccanismi che l’erba tropicale utilizza per acquisire in modo efficiente i nutrienti dal terreno. Tuttavia, i ricercatori precisano che il processo di riproduzione del vegetale è complicato, richiede tempo ed è costoso.

Ma un aiuto potrebbe giungere dalla ricerca scientifica: la scoperta dei geni responsabili della riproduzione asessuata del vegetale potrebbe aumentare la disponibilità di questa specie e i benefici che può offrire agli allevatori e all’ambiente. Per ottenere questo risultato, gli autori hanno realizzato una mappa molecolare della Brachiaria humidicola e individuato i geni responsabili del meccanismo riproduttivo asessuale della pianta. “L’obiettivo è quello di ottenere un raccolto migliore che richieda meno tempo e meno soldi e di farlo più rapidamente – spiega Margaret Worthington, che ha diretto lo studio -. L’impiego di questo marcatore molecolare aumenta le probabilità di trovare quel raro vincitore”.

I ricercatori spiegano che la riproduzione asessuale attraverso i semi, chiamata apomissia, è fondamentale per lo sviluppo di nuove varietà di colture che conservino le stesse caratteristiche da una generazione all’altra, mantenendo tratti vantaggiosi come la tolleranza alla siccità o l’elevato valore nutrizionale. Le piante che si riproducono sessualmente, invece, non trasmettono in modo affidabile i tratti desiderati alle generazioni successive.

Grazie al marcatore molecolare individuato, gli agricoltori potranno quindi eseguire un test rapido e poco costoso sulle piante di Brachiaria, per scoprire se si riproducono attraverso l’apomissia. Dato che i risultati saranno disponibili in un paio di settimane, i selezionatori dei vegetali avranno la possibilità di piantare solo quelle che si riproducono in modo asessuale e che hanno la capacità di rendere gli allevamenti più produttivi e meno inquinanti. Secondo gli autori, la scoperta genetica potrebbe quindi consentire di accelerare lo sviluppo di foraggi capaci di contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e di rendere gli allevamenti più eco-efficienti.

Foto: © Pavel Losevsky_Fotolia

redazione