Più di 700mila controlli sulle imprese alimentari e una quantità di analisi sull’ortofrutta pari al 110% circa di quelle programmate. Sono questi i numeri della sicurezza alimentare in Italia comunicati dal Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, in occasione della conferenza stampa Sicurezza dai campi alla tavola alla quale è intervenuta lo scorso 18 luglio. Ricordando che l’Italia vanta “una storica attenzione alla sicurezza degli alimenti”, il ministro ha sottolineato che le irregolarità rilevate grazie ai controlli condotti dalle Asl sono pari allo 0,4% dei casi, una percentuale nettamente inferiore rispetto alla media europea, che si attesta attorno al 2,6%. Non solo, in quanto a numero di controlli l’Italia è seconda solo alla Germania.
Tuttavia, ha sottolineato Lorenzin, “dai dati emerge che ancora numerose, ed in un certo senso non risolte, sono le irregolarità riscontrate nell’igiene generale, del personale e dell’HACCP. Queste carenze sono emerse nel corso delle attività ispettive svolte sia dalle Asl che dal Comando carabinieri per la tutela della salute che ha attivato il sistema di allerta principalmente per via di lamentele dei consumatori. Tali problematiche risultano essere ricorrenti negli anni”. Secondo il ministro questa situazione evidenzia quanto sia necessario proseguire nelle attività di formazione degli operatori addetti al controllo e di quelli del settore alimentare (OSA), “al fine di consentire una capacità di individuazione/risoluzione sempre più efficace delle non conformità attraverso il corretto impiego degli strumenti di autocontrollo da parte degli OSA e di tutti gli strumenti del controllo ufficiale, incluso l’audit da parte delle Autorità competenti.
Il ministro ha colto l’occasione anche per ribadire che prossimamente presenterà un disegno di legge per una delega al Governo per il riordino delle norme in tema di sicurezza alimentare in modo che “semplifichino gli obblighi per gli operatori senza incidere sulla salute dei consumatori, inasprendo le sanzioni per coloro che vogliono operare nell’illegalità”.
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Silvia Soligon