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Alimentazione gatti, cinque errori da evitare

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Una dieta equilibrata è fondamentale per mantenere il gatto in buona salute. Ma spesso i proprietari, pur animati da buone intenzioni, commettono errori che finiscono per danneggiare seriamente il benessere dell’animale. Per esempio, nutrono il felino con troppo cibo o lo costringono a seguire la loro stessa dieta che, soprattutto se vegetariana, non è adatta alla sue esigenze nutrizionali. Ecco, secondo alcuni veterinari americani, i cinque principali errori commessi dai padroni di Micio.

1. Sovralimentazione
Lo sbaglio più comune è quello di far mangiare troppo l’animale. Anche se motivato dall’affetto, questo comportamento è molto rischioso, perché il gatto tende a ingerire tutto il cibo che gli viene offerto, finendo per diventare obeso. Secondo Joe Bartges, docente di Medicina e nutrizione animale presso l’Università del Tennessee di Knoxville, “l’obesità rappresenta il disturbo nutrizionale più diffuso tra i gatti”. L’esperto evidenzia che i gatti che abitano in appartamento praticano poco movimento, per cui hanno esigenze nutrizionali inferiori rispetto al passato, quando vivevano all’aria aperta ed erano costretti a cacciare il cibo. Hanno, quindi, maggiori probabilità di sviluppare un forte sovrappeso se alimentati in modo eccessivo. Inoltre, l’obesità aumenta il rischio che vengano colpiti anche da diabete, artrite e disturbi alle vie urinarie. Lo specialista consiglia di alimentare il gatto con pasti che arrechino tra 24 e 35 calorie al giorno, a seconda del suo peso.

2. Solo cibo secco
Il più grande errore che le persone possono compiere consiste nel nutrire il gatto soltanto con cibo secco. Ad affermarlo è Lisa A. Pierson, veterinaria californiana esperta in salute e nutrizione animale e creatrice del sito: www.catinfo.org. L’esperta sottolinea che rispetto ai cani, questi animali bevono di meno e producono urina più concentrata. Di conseguenza, se non assumono liquidi anche attraverso il cibo, rischiano di sviluppare problemi alle vie urinarie. Consiglia, quindi, di nutrire i gatti con i mangimi in scatola, che favoriscono l’idratazione dell’animale perché sono composti per il 78% da liquidi. Il cibo secco, invece, ne contiene solo una percentuale compresa tra il 5 e il 10%. Suggerisce, poi, di spingere il felino a bere più acqua schiacciando e inserendo nella ciotola qualche foglia di erba gatta.

3. Aglio contro i parassiti
Il dottor Joe Bartges riferisce che molti padroni aggiungono l’aglio al cibo dei gatti perché sono convinti che questa pianta combatta i parassiti intestinali. Si tratta di una convinzione infondata, spiega l’esperto. Oltretutto l’assunzione di dosi elevate di aglio può danneggiare l’animale, perché potrebbe distruggerne i globuli rossi. Di conseguenza, consiglia ai proprietario che notano la presenza di parassiti nelle feci del gatto, di rivolgersi al veterinario. Lo specialista, probabilmente, prescriverà un apposito farmaco vermifugo per contrastare il problema.

4. Dieta vegetariana o vegana
Sta prendendo piede l’abitudine di nutrire i gatti con alimenti vegetali. Si tratta di un grave errore secondo Linda P. Case, autrice del libro: “The Cat: Its Behavior, Nutrition, and Health”. I gatti, spiega, hanno bisogno della carne per stare in buona salute. Per esempio, necessitano di un aminoacido chiamato “taurina”, che si trova solo nei tessuti animali. La mancanza di taurina può causare problemi cardiaci, cecità e persino la morte.

5. Cibo fai-da-te
Cucinare per i propri gatti potrebbe non essere una scelta particolarmente indicata per mantenerli in buona salute. La dottoressa Pierson avverte che spesso le diete homemade sono sbilanciate dal punto di vista nutrizionale. Non contengono, infatti, tutte le sostanze di cui l’animale ha bisogno per stare bene. Per esempio, spesso i proprietari non riescono a trovare il giusto equilibrio tra carne e ossa, per cui forniscono agli animali un buon apporto di fosforo, ma poco calcio. Inoltre, una dieta troppo ricca di tonno, fegato o olio di fegato di merluzzo potrebbe causare un’intossicazione da vitamina A, che potrebbe provocare dolori articolari e fragilità ossea. Un’alimentazione troppo ricca di pesce crudo, invece, potrebbe distruggere la vitamina B1, causando debolezza muscolare, convulsioni e danni cerebrali.

Foto: © Kirill Kedrinski – Fotolia.com

Nadia Comerci