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Antimicrobici negli animali, riduzione delle vendite

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Il nuovo Rapporto 2023 sull’uso di antimicrobici in medicina veterinaria fotografa un percorso di riduzione delle vendite che prosegue e, per la prima volta, rende disponibili dati completi sull’impiego effettivo in bovini, suini, polli e tacchini. Lo si apprende da un documento del Ministero della Salute, che inquadra il monitoraggio nell’attuazione delle strategie italiane contro l’antimicrobico-resistenza (AMR) previste dal Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022–2025.

Il rapporto utilizza il sistema informativo nazionale di tracciabilità per analizzare volumi di vendita e uso, con obiettivi chiari: individuare tendenze, riconoscere fattori di rischio per salute pubblica e sanità animale, calibrare misure di contenimento delle resistenze, verificare l’efficacia di quelle in vigore e accrescere la consapevolezza tra tutti gli attori della filiera. Poiché il 2023 è il primo anno di raccolta secondo la nuova metodologia, il Ministero osserva che una lettura robusta dei trend richiederà almeno tre-quattro anni; per questo l’analisi delle tendenze viene condotta secondo l’impostazione ESVAC (European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption), che conferma l’andamento positivo già intrapreso dal settore veterinario italiano.

Un passaggio rilevante riguarda una rettifica sui dati di vendita comunicati a livello europeo: rispetto al rapporto EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) pubblicato a marzo 2025, l’Italia ha rivisto i propri dati nazionali, con una riduzione del 22% delle tonnellate vendute per correzione di un errore relativo a medicinali orali destinati ai suini. La correzione sarà recepita nel prossimo report europeo nella sezione Correction of historical data.

Sul fronte dell’impiego, l’Italia risulta tra i pochi Stati membri dell’Unione europea a fornire dati completi sull’uso reale degli antimicrobici nelle principali specie zootecniche, grazie alla tracciabilità nazionale. È un salto di qualità per politiche più mirate: disporre di informazioni puntuali su dove, quanto e come si usano gli antimicrobici consente di orientare meglio bio-sicurezza, formazione, prescrizione e stewardship, con benefici attesi per la tutela della salute pubblica, il benessere animale e la competitività delle filiere.