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Antiossidanti nei mangimi, così si protegge la salute degli allevamenti

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Il mercato degli antiossidanti vivrà una crescita guidata dall’aumento della richiesta di proteine animali. Secondo gli esperti di Research and Markets, la necessità di aggiungere queste sostanze, importanti per preservare la qualità degli alimenti, anche ai mangimi animali porterà nei prossimi 5 anni ad un incremento del loro mercato superiore al 4%.

 

L’aumento riguarderà sia il settore suinicolo che quelli avicolo, bovino e ittico. In tutti questi casi sarà infatti necessario proteggere i mangimi dall’ossidazione dei loro grassi, delle loro vitamine, dei loro pigmenti e delle loro sostanze aromatiche per evitare effetti negativi sulla salute e sulla crescita degli animale. L’aumento dell’uso degli antiossidanti permetterà agli allevatori di ridurre le perdite associate al deterioramento dei cibi.

 

La necessità di aggiungere queste sostanze dall’effetto conservante varia a seconda del clima: tanto maggiore è l’umidità presente nell’ambiente, tanto più i mangimi sono esposti al rischio di ossidazione. Una volta appurata la necessità di utilizzare antiossidanti è possibile scegliere fra due tipologie: quelli naturali, prodotti utilizzando materiale grezzo come olio di semi, mais e colza miscelati con altri ingredienti come soia e cereali, oppure quelli sintetici. Questi ultimi consistono in sostanze pure miscelate in quantità predefinite con altre sostanze pure. A volte utilizzarli può risultare più semplice rispetto ad affidarsi agli antiossidanti naturali. Per chi è preoccupato di non riuscire a soddisfare le normative vigenti può quindi trovare nelle alternative sintetiche un prezioso aiuto.

 

Foto: Pixabay

Silvia Soligon