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Calo dei prezzi alimentari: un rischio per i piccoli produttori

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Il calo dei prezzi alimentari potrebbe ostacolare la lotta alla fame e alla povertà. Lo afferma José Graziano da Silva, Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), secondo cui occorre garantire la disponibilità di alimenti a buon mercato, ma anche fare in modo che i piccoli produttori abbiano un reddito e mezzi di sussistenza adeguati.

Dopo il rialzo dei prezzi che ha caratterizzato il periodo compreso tra il 2008 e il 2012, è seguita una lunga fase di volatilità dei mercati alimentari, che adesso sta lasciando il passo a una tendenza al ribasso. Secondo gli analisti, questa situazione potrebbe durare a lungo, dato che al momento la crescita dell’offerta è superiore a quella della domanda.

“I prezzi alimentari bassi intaccano i redditi degli agricoltori, specialmente quelli dei poveri contadini che producono alimenti basilari nei paesi in via di sviluppo – dichiara Graziano da Silva -. Questo diminuisce non solo l’afflusso di denaro verso le comunità rurali, ma anche gli incentivi verso nuovi investimenti nella produzione, nelle infrastrutture e nei servizi”.

L’esperto osserva, quindi, che sarebbe possibile rendere la vendita degli alimenti più remunerativa per i produttori e mantenere, al tempo stesso, i prezzi abbordabili per i consumatori, promuovendo e rafforzando i programmi di protezione sociale e altri schemi di assistenza, come i voucher alimentari. “Lo scopo di queste politiche – afferma -, è quello di creare un circolo virtuoso tra produzione e consumo locali”. Per riuscirvi, spiega da Silva, serve una forte collaborazione tra le istituzioni responsabili dei settori dell’agricoltura, dello sviluppo rurale, del commercio, dell’ambiente, della salute e della sicurezza sociale.

Il Direttore Generale della Fao sottolinea, infine, l’importanza del commercio, che potrebbe contribuire a migliorare la sicurezza alimentare e la nutrizione della popolazione mondiale. Evidenzia, in particolare, che il commercio potrebbe rappresentare uno “strumento di adattamento” ai cambiamenti climatici: i paesi che dovranno fronteggiare il calo dei raccolti e della produzione a causa delle modifiche del clima, infatti, dovranno rivolgersi ai mercati globali per poter sfamare le loro popolazioni.

 

Foto: Pixabay

red.