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Cattaneo, con il no agli ogm l’Italia condannata a importare

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Con la sentenza del Consiglio di Stato che respinto il ricorso di un agricoltore friulano contro il divieto governativo di coltivare ogm, “l’Italia ha definitivamente chiuso con gli organismi geneticamente modificati”. Parola di Elena Cattaneo, accademica, ricercatrice e senatrice a vita che in un intervento su Repubblica identifica le conseguenze negative di questa refrattarietà verso gli ogm per l’industria mangimistica italiana.

In primo luogo, nota Cattaneo, gli ogm bloccati alla porta rientreranno dalla finestra: l’Italia continuerà a importare quattro milioni di tonnellate di soia geneticamente modificata da Paesi pro ogm, oltre ad altre colture come il mais. Le grandi eccellenze del Made in Italy continueranno quindi a essere prodotte grazie a mangimi importati senza nessun allarmismo sulla salute animale e umana visto che “nessuno ha sollevato un ‘grido d’allarme circa la loro pericolosità sanitaria”. In secondo luogo, la ricerca sarà penalizzata e sarà impedito alla biodiversità di poter esplicare tutto il suo potenziale. Anzi, questa si ridurrà drammaticamente: “La nostra biodiversità è in via di estinzione e non capisco come potrebbe essere peggiorata da quell’unico mais Ogm che evita l’uso di pesticidi”,  continua la docente. 

Infine, si è ribadita la dipendenza del settore dalle multinazionali, dalle quali le aziende europee  comprano i loro semi, geneticamente modificati o meno “senza più ambire a contrapporre alcun nostro brevetto ottenuto da centri di ricerca pubblici”, conclude Cattaneo.

 

Foto: Pixabay

Vito Miraglia