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Cereali, nel 2014 raccolti record verso quota 2,5 mld tonellate

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Sospinta da ottimi raccolti in Europa e da un output record di mais negli Stati Uniti la produzione di cereali quest’anno dovrebbe raggiungere i 2,532 miliardi di tonnellate, incluso il riso lavorato, ossia lo 0,3% in più rispetto al 2013, secondo l’ultimo Rapporto Fao Crop Prospect and Food Situation (Prospettive dei Raccolti e Situazione Alimentare).

 

Il raccolto mondiale di cereali nel 2014 supererà il consumo previsto per il 2014/15, permettendo una crescita delle scorte al loro livello massimo dal 2000 e facendo crescere il rapporto scorte/consumo mondiale, una misura sostitutiva alternativa delle condizioni di offerta, fino al 25,2%, il livello più alto degli ultimi 13 anni – afferma la Fao. Ma accanto a questi dati positivi ci sono le tensioni locali su cui la Fao punta l’attenzione.

 

L’emergenza Ebola in Africa occidentale è la più recente, ma sono molte le emergenze umanitarie caratterizzate da insufficienti risorse alimentari. In Siria la situazione è particolarmente grave: il raccolto modesto va ad aggiungersi alle difficoltà legate all’inasprirsi della guerra civile. Si stima che 6,8 milioni di persone – di cui alcune rifugiatesi nei paesi confinanti – siano colpite da una grave insicurezza alimentare. Molto preoccupante è anche la situazione in Iraq, dove il numero delle persone sfollate a causa della guerra civile è triplicato rispetto all’anno scorso, per toccare i 2,8 milioni di persone. Un terzo della popolazione ha bisogno urgente di assistenza alimentare nella Repubblica Centrafricana (CAR), dove la produzione alimentare quest’anno è stimata essere del 58% inferiore alla media, sebbene migliorata nel 2013, ha riferito la Fao. I prezzi delle derrate alimentari sono schizzati del 70% quest’anno nella Repubblica Centrafricana. Si stima che oltre 6 milioni di persone nel Sud Sudan, in Sudan ed in Somalia abbiano bisogno di assistenza, e i prezzi in quei paesi restano alti, con quelli del sorgo addirittura quadruplicati nelle aree maggiormente colpite dal conflitto, mettendo ulteriormente a rischio l’accesso al cibo per le categorie vulnerabili.

 

Foto: © Dusan Kostic_Fotolia

Red.