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Consumi alimentari, nel 2018 è boom delle uova

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Più uova, ma anche più carne e salumi, frutta e ortaggi. Stabile il pesce mentre scendono latte e formaggi. Il carrello della spesa cambia la sua composizione nel 2018 e si alleggerisce: a parità di prezzi, rispetto all’anno precedente, contiene meno prodotti. Sintomo di un aumento dei prezzi di acquisto ma anche di scelte più consapevoli dei consumatori: respingono la tradizione e assecondano sempre di più le proprie esigenze comprando alimenti più elaborati e costosi. È la fotografia della spesa delle famiglie scattata da Ismea e Nielsen e relativa ai dodici mesi del 2018. Da gennaio a dicembre 2018 c’è stata una crescita dello 0,3% degli acquisti frenata nell’ultimo trimestre dell’anno dall’incrememento dei prezzi e dunque dalla riduzione dei volumi.  

Complessivamente l’aumento della spesa è riconducibile quasi del tutto all’aumento dei prezzi medi delle referenze. I prodotti a largo consumo confezionati hanno segnato un incremento di poco meno del 2% mentre quelli sfusi sono scesi di oltre il 3%. Su anche le bevande e in particolare quelle alcoliche: dal +4,6% del vino al +3% della birra.  

La spesa si distribuisce in maniera peculiare sul territorio nazionale. Al Sud scendono gli acquisti di sfusi e confezionati mentre cresce quella dei prodotti confezionati al Nord, con la fetta di prodotti freschi in riduzione. Dietro queste dinamiche ci sono vari fattori: la diversa offerta ma anche la minore disponibilità economica nel Meridione e di tempo da dedicare alla preparazione dei cibi a casa nelle regioni settentrionali. Al di là della geografia, quest’ultimo elemento comporta in generale un aumento del 10% dei “piatti pronti” con una crescita del 112% in cinque anni.

Attenzione al tipo di allevamento per la scelta  delle uova

Sono le uova le vere protagoniste della spesa del 2018. L’incremento del 14% è figlio della rivalutazione di questo alimento dal punto di vista “nutrizionale, salutistico ed etico”, si legge nel report Ismea-Nielsen. L’attenzione dei consumatori su provenienza e tipo di allevamento delle galline ha spinto gli acquisti dei prodotti a maggior valore aggiunto e l’offerta si è diversificata. Le uova da allevamenti in gabbia sono quasi irreperibili nella grande distribuzione (la spesa è scesa del 7% e i volumi del 19%) a vantaggio di prodotti da galline allevate a terra, all’aperto (+32% la spesa e +22% i volumi) e delle uova bio (+16% la spesa e +8% i volumi). Le uova, inoltre, sono state tra i primi  prodotti a dover rispettare precisi obblighi di tracciabilità

Tra gli altri prodotti proteici cresce la spesa di carni e salumi, rispettivamente dell’1,5% e dello 0,5%. Un aumento ascrivibile principalmente all’aumento dei prezzi più che dei volumi. Per la carne bovina i volumi sono stabili (+0,2%) e la spesa sale del 2,1%; per le carni bianche la spesa cresce del 3% con i volumi in leggero calo (-0,8%) mentre per il maiale la spesa è in lieve flessione (-0,2%)  nonostante il rialzo dei prezzi medi dell’1,6%. Tra i salumi salgono prosciutto crudo (+0,1%) e salami (+1,4%), mentre scende la spesa per il prosciutto cotto (-1,6%).

Dall’orto al carrello

Più persone comprano ortaggi freschi pronti al consumo: oltre 20 milioni di famiglie, con la crescita in valore in crescita del 5%. In calo invece i prodotti a base di pomodoro (-0,9%) e i surgelati (-0,3%). Nel comparto frutta c’è un grande balzo in avanti delle arance (in aumento di oltre 11 punti percentuali) e degli agrumi in generale (+4%).

Pesce: più scatolette

Nel 2018 si interrompe la crescita dei volumi di pesce acquistato. Nei carrelli entrano più i prodotti a lunga conservabilità (+1,8% la spesa per gli ittici in scatola prevalentemente rappresentati dal tonno e +0,8% quella per il pesce congelato) mentre la spesa per il pesce fresco perde quasi l’1%.

Latte e formaggi  

Restano sugli scaffali latte fresco e latte UHT, entrambi con una flessione di quasi il 2%. Anche i derivati sono in flessione: -0,8% i formaggi, -2,2% quelli semiduri, stabili i freschi.  

Primi piatti pronti in crescita 

La pasta di semola secca, il pane e i suoi sostituti perdono quasi il 2% così come il riso malgrado la tenuta dei volumi. In controtendenza pasta fresca (+2,6%) e soprattutto primi piatti pronti (+3,6%).  

Acquisti sensibili all’attenzione per la salute 

Consumatori più interessati e informati sul rapporto tra alimentazione e benessere. Dalle rilevazioni di Ismea e Nielsen emerge il profilo di un acquirente sempre più attento a quello che mette nel carrello. Lo dimostrano la crescita di segmenti particolari come il latte ad alta digeribilità (+9,4% i volumi e +4,9% la spesa), la pasta integrale +3,7% e i dolcificanti +10% in volume e +2,6% in spesa.  Anche i prodotti addizionati con vitamine o minerali o senza elementi come glutine e lattosio sono in crescita. In particolare i prodotti gluten free vedono la spesa aumentare dell’8% rispetto al 2017 (per un ammontare di oltre 204 milioni di euro).

 

Foto: Pixabay

redazione