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Consumi, cresce la domanda di mangimi prodotti in Europa

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La ripartenza del turismo e la riapertura dei ristoranti trainano i consumi alimentari in Europa. Lo certifica la Commissione europea nell’ultima relazione sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell’UE. Ad avere un impatto positivo sui consumi sono i progressi della campagna vaccinale contro il Covid-19 e la graduale revoca delle restrizioni.

Secondo quanto stimato dalla Commissione, i prezzi mondiali delle materie prime e dell’energia e i costi di trasporto sono in aumento, a causa del miglioramento delle prospettive di crescita. La massiccia domanda di importazioni di mangimi dalla Cina contribuisce a sua volta all’impennata dei prezzi dei cereali e dei semi oleosi. Ciò dovrebbe andare a vantaggio dei produttori di seminativi dell’UE, le cui buone prospettive di produzione sono confermate.

La domanda degli Stati Uniti e della Cina dovrebbe orientare le esportazioni dell’UE, in particolare per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, le carni suine, il vino e l’olio d’oliva. Per quanto riguarda gli scambi commerciali con il Regno Unito, dopo un calo significativo all’inizio del 2021 in seguito al periodo di transizione della Brexit, le esportazioni dell’UE iniziano a recuperare.

L’edizione estiva 2021 della relazione sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell’UE fornisce una panoramica dettagliata delle tendenze e delle prospettive più recenti per ciascun settore agroalimentare.

Seminativi

I prezzi dei principali seminativi sono aumentati negli ultimi mesi a causa dell’elevata domanda e dell’incertezza circa il calo del rapporto scorte/consumo a livello mondiale per alcune materie prime. Secondo i dati più recenti del sistema informativo sui mercati agricoli, il rapporto tra scorte finali e consumo 2020-2021 per il granturco e i semi di soia potrebbe diminuire rispettivamente del 10% e del 25%. Per quanto riguarda il frumento, il rapporto è in aumento di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente (39%). Per lo zucchero, il rapporto tra scorte e consumo è il più basso degli ultimi nove anni (38%).

I flussi commerciali dell’UE dovrebbero diminuire nel 2020-2021. Le esportazioni di frumento potrebbero diminuire del 27% su base annua, mentre le importazioni di granturco e di semi di soia potrebbero scendere rispettivamente a 16,5 milioni di tonnellate e a 14,6 milioni di tonnellate. Le esportazioni di zucchero potrebbero scendere al minimo storico di 0,8 milioni di tonnellate, mentre si stima che le importazioni di colza rimangano elevate a causa della limitata ripresa della produzione interna dell’UE e di una forte domanda, in particolare di oli vegetali.

La campagna 2021-2022 potrebbe registrare una ripresa della produzione cerealicola dell’UE, alleggerendo la pressione sui prezzi. Visti gli ultimi dati sulla semina invernale e le rese medie ipotizzate, la produzione interna dell’UE potrebbe raggiungere i 292,5 milioni di t., mentre la produzione di semi oleosi nell’UE dovrebbe raggiungere i 30,4 milioni di t, dopo due anni consecutivi con bassi livelli, nonostante una timida ripresa della produzione di colza. La domanda di olio vegetale dell’UE potrebbe aumentare dell’1,5% su base annua, nell’ipotesi che la ripresa economica prosegua.

Prodotti a base di carne

La produzione di carni bovine dell’UE dovrebbe diminuire leggermente nel 2021, principalmente a causa di un adeguamento strutturale nel settore delle carni bovine e lattiero-caseario associato a una minore domanda. Le esportazioni verso mercati di valore elevato dovrebbero continuare ad aumentare grazie ai recenti accordi commerciali (ad esempio Canada, Giappone).

L’epidemia di peste suina africana in Germania a metà settembre ha comportato l’immediato divieto di importazione di carni suine dal Paese da parte di partner chiave: Cina, Corea del Sud e Giappone. Tuttavia, altri Paesi dell’UE hanno colmato il divario e gli scambi commerciali dell’UE si sono dimostrati resilienti, portando a livelli ancora elevati di esportazioni.

Il settore avicolo continua a crescere lentamente nell’UE. Sebbene si preveda una ripresa degli scambi commerciali, le misure anti Covid-19 adottate dall’UE e l’influenza aviaria hanno esercitato un’importante pressione al ribasso sul mercato.

Latte e prodotti lattiero-caseari

Nel 2020 durante l’emergenza COVID-19 il settore agricolo dell’UE si è dimostrato resiliente. Nel 2021 si prevede un aumento della produzione di latte nell’UE, dovuto a un aumento della resa (+ 2%), che dovrebbe più che compensare il continuo declino della mandria da latte dell’UE.

La buona domanda mondiale e dell’UE dovrebbe migliorare ulteriormente con la riapertura dei servizi di ristorazione, soprattutto nella seconda metà del 2021. Potrebbe continuare a sostenere i prezzi dei prodotti lattiero-caseari dell’UE, traducendosi in un aumento dei prezzi del latte crudo dell’UE pagati agli agricoltori.

Il consumo di formaggi e burro nell’UE potrebbe beneficiare in modo particolare della ripresa dei servizi di ristorazione, mentre le vendite al dettaglio di tali prodotti dovrebbero rimanere a un livello più elevato rispetto al periodo precedente alla pandemia. Il latte scremato in polvere e le esportazioni di burro dell’UE potrebbero aumentare (rispettivamente del 6% e del 4%), in particolare a causa dei prezzi competitivi dell’UE. Il consumo di latte alimentare nell’UE potrebbe rimanere elevato rispetto alla media degli ultimi anni, in quanto la ripresa della ristorazione potrebbe non essere completa per quanto riguarda le mense e i caffè. Resterebbe, tuttavia, al di sotto dei livelli del 2020, poiché la tendenza all’accumulo di scorte non dovrebbe ripetersi.

Foto: © Frank Seifert_Fotolia