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Export agroalimentare UE: livelli record nel 2024, trainati da prezzi e diversificazione

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foto pixabay approvvigionamento alimentare

Secondo l’ultimo rapporto della Direzione Generale per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale della Commissione Europea, pubblicato la prima settimana di aprile, le esportazioni agroalimentari dell’Unione Europea hanno raggiunto livelli record nel 2024, attestandosi a 235,4 miliardi di euro. Questo dato rappresenta un incremento del 3% (6,6 miliardi di euro) rispetto all’anno precedente, nonostante le sfide globali in corso.

Secondo l’analisi offerta dalla stessa Commissione, questo risultato sottolinea la forza e la competitività del settore agroalimentare europeo sui mercati globali, in un contesto economico e geopolitico in continua evoluzione.

Il Regno Unito si conferma il principale partner commerciale dell’UE in questo settore, assorbendo il 23% delle esportazioni totali (53,9 miliardi di euro). Tra i prodotti più esportati figurano le preparazioni a base di cereali, i prodotti lattiero-caseari e il vino. Particolarmente significativi sono stati gli aumenti di valore per le olive e i prodotti a base di cacao, in gran parte dovuti all’impennata dei prezzi.

Anche le importazioni hanno toccato un nuovo massimo storico, crescendo dell’8% (12,4 miliardi di euro) fino a raggiungere i 171,8 miliardi di euro: questo aumento è stato trainato principalmente dall’incremento dei prezzi di cacao, caffè e frutta a guscio e, al contrario, le esportazioni di cereali hanno subito un calo, a causa della diminuzione dei prezzi e dei volumi. I principali paesi da cui l’UE importa prodotti agroalimentari sono il Regno Unito, l’Ucraina e il Brasile.

Mentre le esportazioni verso la Russia e l’Australia hanno registrato una contrazione, i maggiori incrementi sono stati osservati nelle esportazioni verso Costa d’Avorio, Ucraina e Nigeria. La diversificazione dei partner commerciali e dei prodotti esportati contribuisce alla resilienza del settore agroalimentare europeo. La bilancia commerciale dell’UE in questo ambito si mantiene ampiamente positiva, con un surplus di 63,6 miliardi di euro.