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Fao, anche dalla Dieta mediterranea un supporto alla sostenibilità

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Le scelte alimentari di ciascuno possono far bene anche al pianeta, ecco perché una maggiore diffusione della Dieta mediterranea è una via percorribile per la sostenbilità e la tutela della biodiversità. Ne è convinta la Fao, che ha promosso un nuovo appuntamento nell’ambito delle iniziative “Principi della Dieta mediterranea per l’Agenda 2030”. Cambiare le scelte a tavola può agevolare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile, è il messaggio dell’organizzazione. 

Centrali sono l’alto consumo di legumi, frutta e verdura, il consumo moderato di prodotti derivati dal latte, un apporto più limitato di carne bianca e pesce, e in misura maggiore di carne rossa, con l’olio d’oliva come principale grasso aggiunto. La correlazione tra la Dieta mediterranea e il benessere generale è emersa in diversi studi ma nonostante le indicazioni degli esperti sono sempre più comuni altri tipi di dieta. “Questa alimentazione tradizionale cede sempre più il passo al cambiamento delle abitudini e degli stili di vita, da pasti diversificati ed equilibrati a pasti più monotoni ad alto contenuto di grassi, zucchero e sale”, come ricorda Maria Helena Semedo, il vicedirettore generale della Fao per il clima e le risorse naturali.

Un contributo diversificato

Per la salute i rischi hanno il nome di sovrappeso, obesità e malattie non trasmissibili, ma anche l’ambiente non è al sicuro. Il degrado delle risorse naturali, la perdita della biodiversità per alimentazione e agricoltura sono alimentate dagli stili di vita più moderni. L’agenzia dell’Onu sottolinea l’importanza della promozione di tutte le diete tradizionali compresa quella mediterranea mentre è bene approfondire ulteriormente il contributo che può derivare da queste su vari fronti. Ad esempio per la conservazione della biodiversità, il divario tra zone rurali e urbane, le perdite e gli sprechi alimentari. 

La Fao è in prima linea nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla conservazione e l’uso sostenibile delle coltivazioni sottoutilizzate e trascurate e sulla valorizzazione della biodiversità agricola. Una delle attività con questo scopo è rappresentata dai Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale, “paesaggi di straordinaria bellezza in cui convivono biodiversità agricola, ecosistemi resilienti e un ricchissimo patrimonio culturale”. Tra questi anche le Terre del Soave e la Fascia olivata Assisi-Spoleto inseriti in lista lo scorso anno.  

Il richiamo alla biodiversità e alla sostenibilità trova spazio in diversi punti dell’Agenda 2030. Il primo è l’Obiettivo 2 (“porre fine alla fame, realizzare la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile”), poi gli obiettivi 14 e 15 che fanno riferimento alle risorse naturali per lo sviluppo sostenibile: oceani, mari e risorse marine da un lato e ecosistemi terresti, foreste e suolo dall’altro.

Foto: Pixabay