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Il gambero rosso della Louisiana: una specie aliena invasiva come potenziale ingrediente sostenibile per l’acquacoltura del futuro. Aspetti sanitari e nutrizionali

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SUSHIN (SUstainable fiSH feeds INnovative ingredients) è un progetto triennale finalizzato alla ricerca di nuovi ingredienti da utilizzare nella formulazione di mangimi per le principali specie ittiche allevate in acquacoltura. Il progetto risponde alla necessità di ridurre l’utilizzo della farina di pesce e assicurare al tempo stesso la sostenibilità ambientale ed economica delle produzioni d’acquacoltura e la qualità del prodotto per il consumatore. Con esperimenti di laboratorio e prove aziendali, utilizzando avanzati metodi di ricerca, il progetto valuta il valore nutritivo, le performance di crescita, il benessere, la qualità e la sicurezza alimentare nella trota, nel branzino e nell’orata,  alimentati con una nuova formulazione di diete dove gli ingredienti convenzionali (di origine vegetale e marina) sono sostituiti da nuove farine ottenute da nuovi ingredienti mai testati o da alimenti zootecnici sottoutilizzati quali le farine ottenute da insetti, dai residui di macello avicolo, da crostacei e da microalghe.

Al progetto lavorano le seguenti unità operative: l’Università degli Studi di Udine come coordinatrice, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), l’Università Politecnica delle Marche, la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige di Trento, l’Università degli Studi di Firenze, il Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura (ZA) del CREA e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZSAM).

Nel corso del primo anno del progetto, i ricercatori del CREA-ZA e dell’IZSAM, hanno iniziato le attività volte al reperimento ed alla trasformazione, nonché alle analisi sulla qualità nutrizionale e sanitaria, del Procambarus clarkii, una delle specie aliene più invasive e dannose per la biodiversità degli ambienti d’acqua dolce di gran parte dell’Europa. Questo gambero è stato individuato nel progetto SUSHIN come potenziale ingrediente innovativo e sostenibile per i nuovi mangimi per l’acquacoltura.

Il Gambero rosso della Louisiana è un crostaceo d’acqua dolce originario degli Stati centro-meridionali nordamericani. Ad oggi presenta una distribuzione praticamente cosmopolita, essendo stato introdotto in quasi tutti i continenti. Alcuni aspetti della sua biologia, come il comportamento alimentare generalista ed opportunista e l’alta fecondità, lo hanno collocato ai primi posti fra le 100 “Specie Aliene Invasive” più dannose d’Europa.

Nel progetto SUSHIN, l’utilizzo di questa specie come ingrediente innovativo per l’acquacoltura, trasformerebbe un problema ambientale in una possibile risorsa. Tuttavia sono state necessarie una serie molto rigorosa di analisi sanitarie poiché il P. clarkii ha la capacità di sopravvivere in acque inquinate ed eventualmente accumulare sostanze indesiderate presenti nell’ambiente (come ad esempio metalli pesanti e microrganismi patogeni).

Sono state svolte delle indagini preliminari su campioni di gamberi catturati in due aree di alto pregio ambientale del Lazio: il Parco Nazionale del Circeo e la Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa. Entrambi i parchi sono inclusi nella convenzione internazionale di RAMSAR per la salvaguardia delle zone umide.

Tali indagini, volte a ricercare direttamente e a valutare indirettamente la presenza di microrganismi patogeni e di sostanze chimiche, sono state condotte con metodiche conformi alle norme comunitarie (EN/ISO) come previsto dai regolamenti europei n. 882/2004 e 2073/2005. La tabella 1, in particolare, evidenzia come nella farina di gambero non siano stati osservati microrganismi patogeni e i livelli dei metalli pesanti nei gamberi freschi risultino al di sotto dei limiti di legge (Regolamento 1881/2006/CE), così come i valori delle Microcistine-LR sono risultati al di sotto del valore limite di concentrazione previsto per le acque potabili (OMS 1 μg/l). Questi incoraggianti risultati hanno consentito di avviare una campagna di prelievo massivo durante l’estate del 2017. In appena 3 mesi, tale attività ha portato alla raccolta di più di 400 kg di gamberi (pari a ca. 23.500 esemplari), cioè alla quantità necessaria alla realizzazione delle diete sperimentali per le prove sui pesci.

                                                                

La farina di gambero è stata ottenuta mediante un processo industriale oggetto di brevetto che prevede la trasformazione in omogenato disidratato.

Tale processo permette di preservare tutte le caratteristiche nutrizionali del gambero rosso della Louisiana che potranno quindi essere valutate verificando le performance zootecniche e la risposta biologica attraverso la dieta sperimentale per trota, spigola e orata.

Sulla farina, che presenta una resa di circa il 20% dal gambero fresco intero, sono state effettuate le analisi nutrizionali i cui risultati sono mostrati in Tabella.

Tabella

Analisi

 

Risultato

Sostanza secca

%

90,9

Ceneri

%

29,7

Grassi

%

8,7

Proteine

%

44,4

altro

%

2,0

Acidi grassi Saturi

%

36,8

Acidi grassi monoinsaturi

%

46,8

Acidi grassi polinsaturi

%

16,4

Omega-6

mg/100g

641,8

Omega-3

mg/100g

542,4

n3/n6

0,8

EPA

mg/100g

17,8

DPA

mg/100g

45,1

DHA

mg/100g

152,8

Astaxantina

µg/g

59,0

Carotenoidi totali

µg/g

81,4

(fonte dati: CREA)

 

Oltre ad essere una farina con una elevata percentuale proteica (> 40%), le caratteristiche più interessanti di questo ingrediente innovativo sono l’alta concentrazione di acidi grassi omega-3 (542,4 mg/100g pari al 7,3 % degli acidi grassi totali) e una bassa concentrazione di omega-6 (641,8 mg/100g pari all’ 8,7 %). Tale caratteristiche conferiscono alla farina di gambero un rapporto omega-3/omega-6 fra i più alti nel panorama delle farine zootecniche di origine animale, molto simile a quello della farina di pesce proveniente dagli stock naturali di piccoli pelagici.

Inoltre la farina di gambero ha mostrato una caratteristica unica: la presenza di alte concentrazioni di carotenoidi ed in particolare dell’astaxantina, che non solo è uno degli antiossidanti naturali più potenti, ma anche un pigmento fra i più utilizzati in acquacoltura per la colorazione delle carni.

Nonostante il progetto SUSHIN sia ancora nelle fasi iniziali e molti aspetti dovranno essere ancora approfonditi, le caratteristiche di questo ingrediente innovativo, proveniente dall’utilizzo sostenibile di una delle specie aliene più invasive del mondo, sembrano essere promettenti. In particolare l’inclusione della farina nelle diete di finissaggio potrebbe essere molto adatta per le alcune delle più importanti specie ittiche di allevamento come il salmone e la trota iridea.

Per seguire gli sviluppi del progetto è possibile visitare la sezione SUSHIN sul sito: www.acquacoltura.progettoager.it

 

Foto: © foto by m – Fotolia.com

 

A cura delle UU.OO. CREA e IZSAM