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Il veterinario aziendale: il punto di vista di Assalzoo

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Nasce il Veterinario Aziendale. Con il Decreto 7 dicembre 2017 “Sistema di reti di epidemio-sorveglianza, compiti, responsabilità e requisiti professionali del veterinario aziendale”, in vigore dal 5 febbraio 2018, ma pienamente efficace dopo l’emanazione di un Manuale operativo a cura della Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari che verrà adottato entro l’estate, viene istituzionalizzata questa nuova figura professionale. Le Regioni e le Province Autonome dovranno poi provvedere ad attuare quanto previsto dal decreto, “compatibilmente con i propri statuti di autonomia e con le relative norme di attuazione” e sulla corretta esecuzione del decreto è prevista la verifica periodica da parte delle Autorità competenti. La figura del Veterinario Aziendale in pratica va a rafforzare la recente legislazione comunitaria “Animal Health Law” (Regolamento 429/2016).

Il Veterinario Aziendale nel Decreto è definito come “un medico veterinario, libero professionista, che opera professionalmente e con carattere di continuità, con un rapporto diretto con l’operatore, definito con atto formale”. È un professionista che l’allevatore sceglie e nomina per affiancarlo costantemente in molti momenti e circostanze della sua attività quotidiana.

In ogni allevamento italiano, su base volontaria per entrambe le parti, Veterinario e Allevatore (detentore/rappresentante legale/proprietario dell’allevamento)  sottoscrivono la designazione mediante un apposito modulo (Allegato 3 del Decreto).  La designazione viene poi  formalizzata e comunicata ai Servizi Veterinari Ufficiali e all’Ordine dei Medici Veterinari. Il Servizio veterinario ufficiale territorialmente competente, ricevuta la comunicazione, e previa verifica della sussistenza dei requisiti professionali del Veterinario Aziendale, provvede a convalidare l’informazione in BDN. La Federazione nazionale medici veterinari italiani (FNOVI) cura la tenuta di un elenco pubblico nazionale dei Veterinari Aziendali che soddisfano i requisiti previsti dal decreto. La decadenza dei requisiti professionali e/o sopraggiunte sanzioni disciplinari per documentate violazioni deontologiche e/o di legge potranno comportare la cancellazione dall’elenco.

Non vige, quindi, alcun obbligo da parte dell’operatore di avere un Veterinario Aziendale.

Il Veterinario Aziendale deve essere iscritto all’Ordine dei medici veterinari; aver partecipato in ambito ECM ad un corso di formazione per veterinario aziendale; non essere in condizioni che configurino un conflitto di interessi; non svolgere attività a favore di imprese che forniscono servizi all’azienda zootecnica stessa o di ditte fornitrici di materie prime, materiali, prodotti o strumenti. Il corso di formazione della durata minima di 16 ore, è articolato in quattro moduli formativi. Nel primo anno di applicazione del Decreto, l’obbligo formativo si intende soddisfatto se il Veterinario Aziendale partecipa al corso ECM entro dodici mesi dall’accettazione dell’incarico affidatogli dall’Allevatore. L’obiettivo formativo è di fornire al Veterinario Aziendale le conoscenze in merito ai sistemi e alle reti di sorveglianza epidemiologica in sanità pubblica veterinaria compresa la tutela della sanità e del benessere animale, delle norme di biosicurezza e del corretto uso del farmaco. 

Compito primario del Veterinario Aziendale è quello di gestire il sistema informativo per il funzionamento delle reti di epidemio-sorveglianza, che assicura la raccolta, la gestione e l’interscambio delle informazioni tra l’operatore del settore alimentare, che alleva animali destinati alla produzione di alimenti, e le Autorità competenti del settore veterinario, della sicurezza alimentare e dei mangimi. Deve inserire nella Banca Dati Nazionale istituita presso l’Istituto Zooprofilattico di Teramo informazioni sulla gestione sanitaria dell’allevamento presso il quale opera, sull’attività sanitaria svolta, sugli accertamenti eseguiti e sui trattamenti farmacologici prescritti ed effettuati da lui o da altri professionisti, tempestivamente e comunque non oltre i 7 giorni dall’evento. Questi dati, raccolti e valorizzati in un sistema informativo ufficiale,concorreranno alla categorizzazione del rischio dell’allevamento, alla programmazione dei controlli veterinari ufficiali e permetteranno una ulteriore qualificazione delle produzioni primarie nazionali di origine animale.

Il Veterinario Aziendale dovrà in pratica:fornire all’operatore informazioni ed assistenza affinché siano adottate misure e iniziative volte a garantire la qualifica sanitaria dell’azienda;assicurare il rispetto delle disposizioni riguardanti la notifica obbligatoria delle malattie infettive degli animali; offrire assistenza nella tenuta delle registrazioni obbligatorie e nei rapporti con i Servizi veterinari ufficiali; fornire assistenza e supporto per la redazione di piani aziendali volontari per il controllo delle malattie ad impatto zoo-economico e nella gestione dell’identificazione e della registrazione degli animali; assicurare l’accertamento della causa di morte degli animali e fornire assistenza e supporto per il corretto smaltimento delle spoglie animali; fornire supporto all’operatore per il rispetto delle disposizioni in materia di impiego dei medicinali veterinari e per assicurare buone pratiche a garanzia di un uso prudente e responsabile degli stessi anche ai fini del controllo dello sviluppo dell’antimicrobico-resistenza; assumere la responsabilità relativa alle scorte farmaceutiche e alla gestione dei piani volontari di risanamento e controllo delle malattie infettive.

Il Veterinario Aziendale è, in sintesi, una figura che si presenta a metà tra il consulente privato e un ponte verso le istituzioni e può in definitiva supplire a compiti di controllo e vigilanza che permetteranno una riduzione del numero di interventi dell’Autorità.

Foto: Pixabay

Alessandra Vallisneri