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Mercato alimentare, prospettive rosee per il 2015

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In ripresa consumi e produzione. ‘Effetto Expo’ determinante secondo Federalimentare che auspica decisi interventi a sostegno del settore

Se il 2014 è stato l’anno zero, con l’inversione di tendenza dei principali indicatori economici storicamente in calo, il 2015 può essere l’anno della svolta. I dati del Centro Studi di Federalimentare parlano chiaro: nell’anno in corso esportazioni, consumi e produzione consolideranno la crescita in particolare grazie al traino dell’Expo di Milano. Ma non mancano le criticità. “Bisogna superare l’inerzia di una certa burocrazia e bloccare misure autopunitive come l’aumento progressivo dell’Iva”, sottolinea Luigi Scordamaglia, presidente della Federazione Italiana dell’Industria Alimentare, che auspica una serie di iniziative per sostenere il rilancio.

Negli ultimi dodici mesi i consumi interni si sono assestati. Dopo sei anni consecutivi di segno meno c’è stata una crescita nulla in media anno (+0,0%). I segnali positivi si erano già visti lo scorso dicembre, con lo scatto di reni del mercato alimentare italiano sotto Natale e i 4 miliardi di euro destinati al food & drink. Federalimentare stima per il 2015 un aumento dello 0,3% favorito anche dalla stabilità dei prezzi alimentari al consumo (-0,1% nel confronto dicembre 2014/13) e del calo del costo dell’energia.

L’inversione di rotta ha interessato anche il livello della produzione alimentare, che si conferma ‘anticiclica’ rispetto all’industria italiana nel suo complesso. Secondo l’associazione confindustriale, il +0,6% nel 2014 dovrebbe balzare al +1,1% nel 2015 (il dato di novembre del +1,3% è un segnale in questo senso).

Il comparto delle esportazioni ha mantenuto vivo il settore anche quando i consumi ristagnavano: il suo peso sul totale del fatturato è cresciuto dal 14% del 2004 al 20,5 del 2014. La crisi tuttavia non ha risparmiato nemmeno l’export facendo registrare differenziali di crescita via via più ridotti: si è passati dal +10% nel 2011 al +3,1% nel 2014. In ogni caso, un andamento migliore del complesso delle esportazioni italiane fermo al +1,5 per cento. Le prospettive per il nuovo anno parlano di un ritorno alle percentuali del biennio 2012/13, con un aumento stimato del 5,5 per cento grazie alle migliori performance del Made in Italy nei mercati emergenti e alla ripresa dell’import negli Stati Uniti, oltre alla vetrina dell’Expo.

Secondo Federalimentare sono numerosi gli ostacoli che limitano la competitività sui mercati internazionali. Per Scordamaglia è necessario contrastare “le barriere tariffarie e non, la contraffazione e le campagne aggressive verso il settore alimentare mediterraneo come il ‘semaforo degli alimenti’ in etichetta adottato dal Regno Unito”. Volgendo invece lo sguardo al mercato interno sotto accusa finiscono l’aumento dell’Iva di 3,5 punti percentuali nei prossimi tre anni e l’inversione contabile dell’Iva nella Grande distribuzione che bloccherebbe otto miliardi di liquidità per le Pmi alimentari. “Nonostante la crisi – prosegue Scardamaglia – la domanda di prodotti italiani c’è e cresce. I 130 milioni di euro stanziati dal Governo per il Piano Made in Italy sono un buon segnale, ma occorre fare di più per incentivare al massimo investimenti ed esportazioni”, conclude il presidente della federazione.

 

LE CIFRE DI BASE DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA

(Bilanci e previsioni. Stime in euro e variazioni percentuali su anno precedente)

 

 

2013

2014

2015 (stime)

CONSUMI

213 miliardi (-3,1%)

214 miliardi (+0,0%)

216 miliardi (+0,3%)

PRODUZIONE (quantità)

-0,7%

+0,6%

+1,1%

ESPORTAZIONI

26,2 miliardi (+5,8%)

27,0 miliardi (+3,1%)

28,5 miliardi (+5,5%)

FATTURATO

132 miliardi (+1,5%)

132 miliardi (+0,0%)

134 miliardi (+1,5%)

NUMERO ADDETTI

385.500

385.500

385.000

NUMERO IMPRESE INDUSTRIALI

58.500

58.000

58.000

 

 Foto: © aerogondo – Fotolia.com

 

 

Vito Miraglia – Redazione