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Ogm: storia di una brutta ferita che sembra non voler guarire

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Troppo allarmismo intorno agli Organismi geneticamente modificati (Ogm) rischia di far rimanere l’Italia indietro nella ricerca in questo campo: “Mescolando presunti rischi biologici a motivazioni politico-ideologiche e confondendo una legittima ‘prudenzialità’, attuabile attraverso verifiche e controlli, sono stati applicati infondati divieti di studiare e usare una tecnologia genetica che ha il merito di avere ripercorso preziosi meccanismi naturali della evoluzione”. Così si è espresso Franco Scaramuzzi, presidente dell’Accademia dei Georgofili, a conclusione della cerimonia per la celebrazione dei cento  anni dell’Istituto superiore agrario e forestale di Firenze. Scaramuzzi ha definito l’attuale situazione della ricerca sugli Ogm in Italia “una brutta e dolente ferita che sembra non voler cicatrizzare” mentre, invece, “andrebbe cauterizzata al più presto per arrestare i danni materiali e morali che i veti imposti alla ricerca scientifica italiana stanno continuando a provocare”.

 

Scaramuzzi ha affermato che “senza entrare nel merito delle scelte politiche desideriamo solo evitare che, senza alcun motivo, la ricerca scientifica continui ad essere strumentalizzata e bloccata, mentre ovviamente in tutto il mondo si continuano a produrre nuovi Ogm, con successi sempre più promettenti“. Ormai, afferma il presidente dei Georgofili, “accertato che i pericoli paventati non si siano mai verificati, va considerato che chi utilizza Ogm (ormai in gran parte del pianeta) ha registrato solo vantaggi e che lo stesso nostro Paese oggi importa quei prodotti Ogm di cui ha assoluto bisogno, ma che continua a vietare ai propri agricoltori”.

 

Foto: Pixabay

m.c.