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Perché la Feed Economy

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di Lea Pallaroni, Direttore Generale Assalzoo

La mangimistica è un settore chiave per l’intera filiera alimentare. Questo è un dato noto a buona parte degli addetti ai lavori, ma molto meno evidente per l’opinione pubblica. Per rappresentare adeguatamente se stesso il settore è chiamato a stimolare un cambiamento della percezione del settore. A ciò si sono aggiunti, negli ultimi anni, i temi riguardanti la sostenibilità ambientale, la circolarità e il benessere animale; il grande piano europeo “Green Deal” varato nel 2021 raccoglie in qualche modo queste istanze, tramutandole in un grande progetto di trasformazione della produzione alimentare europea. Rispetto a questi temi la mangimistica, e nel complesso l’intera zootecnia, si è trovata a essere bersaglio di polemiche e di attacchi, spesso pretestuosi, su molti dei quali è bene venga fatta chiarezza circa la vera dimensione.

Sotto questo profilo è bene evidenziare che sta emergendo come quello della produzione degli alimenti zootecnici sia un settore con una forte propensione alla circolarità all’interno della filiera alimentare, attento al progresso scientifico di miglioramento delle materie prime utilizzate e da sempre in constante dialogo con nutrizionisti e allevatori per assicurare agli animali un maggior livello di salute e benessere, e al consumatore la sicurezza delle produzioni. Tutto questo processo si compie con l’obiettivo di garantire e offrire al consumatore il un prodotto sicuro e di qualità. C’è quindi un filo rosso continuo che lega ogni piccolo passo e ogni singola innovazione mangimistica lungo tutta la filiera alimentare che porta ogni giorno il cibo sulle tavole degli italiani, e non solo su quelle degli italiani, visti i livelli di export che il settore agroalimentare mette a segno ogni anno. Questo filo rosso, benché rappresenti un dato di fatto qualificante del nostro settore, risulta tuttavia non percepito nella sua effettiva portata.

La Feed Economy rappresenta il primo esplicito tentativo di riconoscere un’unità economica alla filiera zootecnica: dall’agricoltore alla tavola. Si tratta di creare una categoria, non soltanto economica, ma anche commerciale e culturale, per pensare in maniera unitaria l’articolata filiera produttiva che va dalla materia prima al gelato acquistato nelle strade delle città, passando per il pellet del mangime. È una sfida, anche conoscitiva, che Assalzoo ha scelto di intraprendere per far emergere il valore di un settore troppo spesso disconosciuto e, proprio perché poco compreso, esposto ad attacchi il più delle volte privi di base oggettiva.

Il ruolo di Assalzoo – L’Associazione che raccoglie le industrie mangimistiche italiane già da qualche anno ha intrapreso un percorso teso a valorizzare, in maniera orizzontale, le diverse componenti che esistono al suo interno. Nel diffondere i dati di produzione, infatti, è diventata consuetudine (con la presidenza di Marcello Veronesi) indicare il valore e l’importanza di produzione non solo dei mangimi per le varie specie degli animali d’allevamento, ma anche del settore degli additivi e premiscele, e del pet-food. Questa scelta origina dall’esigenza di veder esplicitata la complessità di un settore che, seppur all’inizio della filiera, contiene al suo interno eccellenze particolari.

Il settore degli additivi è l’espressione compiuta della ricerca d’avanguardia in campo nutrizionale: da qui passano le innovazioni per migliorare l’efficienza produttiva, ma anche per la sostenibilità dei modelli alimentari animali.

Il pet-food di produzione italiana, anch’esso protagonista dell’Associazione, è un comparto fondamentale del settore mangimistico, sviluppatosi in parallelo con il cambiamento sociale che vede un consolidarsi delle relazioni tra persone e animali d’affezione, portando a una crescita della Pet Economy.

Feed Economy – Tornando su quel modello verticale che definisce l’idea stessa di Feed Economy c’è ora da definire in maniera più precisa quali siano gli elementi che ne vanno a comporre l’ossatura e come si connoti il quadro unitario. Come si è visto, la mangimistica rappresenta il volano essenziale della filiera zootecnica e non solo: infatti è strettamente correlata con settori che vengono prima e dopo e che non possono essere tralasciati se si vuole definire un quadro analitico completo.

Settore agricolo – A monte, le materie prime agricole sono il punto di partenza dell’interno processo di trasformazione e valorizzazione. Il mais, la soia, il grano: ogni ettaro di terreno messo a coltura, ogni tonnellata di prodotto, innescano una serie di processi che si concludono con il consumatore finale.

Allevamento – A valle, direttamente connessi alla produzione degli alimenti zootecnici, ci  sono gli allevamenti. Le varie forme d’allevamento sono l’espressione di un sapere codificato ormai da millenni, un insieme di tradizioni culturali, ambientali ed economiche che stanno evolvendosi alla luce delle nuove conoscenze scientifiche e delle nuove sensibilità sociali.

Trasformazione industriale – I prodotti derivanti dall’allevamento (carni, latte, uova, pesce e tutti i loro derivati) divengono oggetto di un processo di trasformazione nel quale l’Italia può vantare vari primati a livello internazionale. I livelli di sicurezza e qualità del cibo italiano sono tra i più elevati nel mondo, senza dimenticare il fenomeno della DOP Economy che ha proprio nella componente zootecnica una voce preponderante.

Distribuzione alimentare – Questi prodotti proseguono poi il loro viaggio per il consumatore attraverso la grande e la piccola distribuzione. Qui assistiamo al primo passaggio di dimenticanza dell’origine dei prodotti. Nella totalità dell’offerta alimentare si comincia a perdere di vista quanti alimenti abbiano (un gelato, un cornetto, un biscotto, ecc.) in realtà a loro interno, in parte più o meno preponderante, un prodotto di derivazione zootecnica. In questa prospettiva la categoria della Feed Economy svolge un ruolo decisivo.

Ho.re.ca – Ancora più diffusivo e penetrante a livello di abitudini e di presa sul consumatore vi è il complesso e variegato mondo della ristorazione e dei servizi alimentari, all’interno del quale il ruolo svolto dai prodotti zootecnici è fondamentale nei consumi individuali. Un aperitivo, uno spuntino al fast food, una pizza, un pasto consumato al ristorante, in una mensa, in un agriturismo, un cornetto o un gelato consumati al bar. In tutte queste occasioni di piacere gastronomico e di consumo c’è la presenza zootecnica. C’è quel filo rosso che finalmente ha trovato un suo riconoscimento e una sua composizione all’interno della Feed Economy.

Assalzoo si è impegnata, in collaborazione con l’istituto di ricerca Nomisma, a fornire una prima fotografia (tra l’altro ancora da approfondire in alcuni suoi aspetti) di questa dimensione economica importantissima per il sistema Italia. Il report presentato il 24 ottobre si configura come il primo tassello di un percorso che è destinato ad andare avanti e a perfezionarsi, anche rispetto alla gestione complessiva e all’analisi dei dati di un settore dalla portata economica estremamente significativa per l’economia nazionale (circa 100 miliardi di euro).

photo_ @footolia