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Regolamento europeo sulla deforestazione: servono aggiustamenti

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di Lea Pallaroni, Direttore generale Assalzoo

Entro la fine dell’anno sarebbe dovuto entrare in vigore il nuovo Regolamento UE 2023/1115 sulla deforestazione (EUDR). Si tratta di una normativa che mira a contrastare la pratica della deforestazione impedendo l’importazione e l’utilizzo nell’Unione Europea di materie prima agricole ottenute da terreni deforestati dopo il 2020.

Benché l’industria mangimistica condivida in pieno la finalità del Regolamento di ostacolare la pericolosa pratica della deforestazione, si è sempre dichiarata estremamente preoccupata per i tempi troppo ristretti entro cui è stata programmata l’entrata in applicazione della normativa, prevista per prossimo 31 dicembre 2024, tenuto conto della notevole complessità che presenta da un punto di vista non soltanto tecnico-pratico ma anche per la macchinosità ed estrema onerosità dal punto di vista amministrativo ed economico a carico degli operatori di tutta la filiera.

Un’applicazione complicata anche dalle numerose incertezze interpretative e dal notevole ritardo da parte delle Autorità comunitarie nel fornire risposta alle numerose richieste di chiarimento pervenute dagli operatori di tutta l’Unione Europea. 

Il rischio sarebbe quello di mettere in pericolo le importazioni di molti prodotti fondamentali per le produzioni alimentari, e in primo luogo la soia, che rappresenta una materia prima indispensabile non solo all’Italia ma a tutta l’UE per produrre alimenti per animali dai quali dipendono la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari di prodotti di origine animale come latte, carni e uova.

Va inoltre ricordato come l’industria mangimistica sia già da tempo impegnata sul fronte della sostenibilità degli approvvigionamenti in particolare proprio della soia, tanto che risale già al 2018 l’adozione delle Linee guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile da parte della FEFAC, la Federazione europea dei mangimisti a cui aderisce anche Assalzoo.

Tenuto pertanto conto delle notevoli difficoltà che deriverebbero per gli operatori dall’applicazione del nuovo Regolamento, Assalzoo e la sua Federazione europea FEFAC hanno chiesto sempre una maggiore attenzione e sensibilità da parte delle Autorità comunitarie sui tempi e sui modi di applicazione del nuovo quadro normativo, al fine di  evitare gravi ripercussioni di mercato, da cui potrebbero derivare non soltanto un crollo di disponibilità rispetto alle necessità di approvvigionamento di soia, per la quale l’Italia dipende dalle importazioni per una quota di circa l’85% del suo fabbisogno interno, ma anche per scongiurare il conseguente forte aumento dei costi conseguenti sia agli onerosi adempimenti richiesti agli operatori, sia per alla mancanza di prodotto rispetto alla domanda interna comunitaria, con ripercussioni inevitabili su tutta la filiera e sui prezzi per il consumatore finale.

Emerge pertanto con chiarezza la necessità di avere a disposizione un periodo più lungo per consentire a tutti gli operatori della filiera di poter essere in grado di applicare concretamente una normativa che si presenta molto onerosa per gli operatori e che al tempo stesso rischia di mettere in pericolo gli approvvigionamenti e la stessa sicurezza alimentare all’interno del mercato comunitario. Un’applicazione precipitosa creerebbe, infatti, pericoli di interruzione della catena di approvvigionamento alimentare e mangimistico con ricadute dirette sull’intero sistema dei consumi con aumenti di prezzi e danni su una domanda interna già debole.

Per queste ragioni Assalzoo ritiene molto importante che la Commissione europea – a seguito delle forti pressioni ricevute sia dalle Organizzazioni di operatori, sia da molti Stati sia comunitari sia terzi di provenienza delle materie prime – abbia deciso di proporre al Parlamento e al Consiglio europei di stabilire il rinvio di un anno per l’entrata in vigore della nuova normativa.

Un rinvio quanto mai necessario e opportuno per evitare, nell’immediato, gravi ripercussioni su intere filiere dell’agroalimentare italiano ed europeo, e in prospettiva per avere l’occasione di correggere in questo periodo transitorio tutte quelle storture che renderebbero di fatto non soltanto eccessivamente onerosa e complessa l’applicazione della norma, ma anche pericolosa per la stabilità del mercato e per la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari. Dodici mesi che dovranno pertanto servire a rendere l’applicazione della norma più efficace ed efficiente.

A tal proposito, Assalzoo ritiene sia necessario snellire un sistema che oggi prevede a carico di tutti gli operatori della filiera una ripetizione di comunicazioni e garanzie che dovrebbero essere limitate solo nei confronti del primo soggetto che immette sul mercato comunitario uno dei prodotti indicati dal regolamento, sollevando in tal modo il resto della filiera dal dover riprodurre inutilmente e onerosamente la stessa certificazione. Un giro vizioso che rischia non solo di bloccare la circolazione delle merci ma che genererebbe un forte aumento dei costi a danno della filiera e del consumatore finale, senza peraltro offrire maggiori garanzie di sostenibilità.

Allo stesso modo dovrebbero essere previste procedure nettamente più semplificate nel caso di prodotti coltivati all’interno dell’Unione Europea, dove il rischio deforestazione è quasi inesistente, evitando di penalizzare inutilmente i produttori comunitari da sempre sensibili al tema della sostenibilità e di caricare ulteriori inutili costi sulle filiere alimentari.

Assalzoo auspica pertanto che il Parlamento e il Consiglio europei diano seguito in modo formale alla proposta della Commissione e che il rinvio dell’applicazione del Regolamento rappresenti, da un lato, l’opportunità per consentire agli operatori di prepararsi al meglio ai nuovi adempimenti e, dall’altro lato, un’occasione da non perdere per il legislatore per correggere quelle storture del Regolamento che sono emerse in modo chiaro per renderlo davvero utile all’ambiente e al sistema alimentare europeo.