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Roberto Defez: Editing genetico, le caratteristiche degli alimenti del futuro

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In futuro le proprietà delle piante potranno essere modificate attraverso le tecniche di editing genetico, una procedura che ne modifica il Dna “dall’interno”: non prevede, infatti, l’aggiunta di geni da organismi esterni. Ma quali potrebbero essere le caratteristiche degli alimenti prodotti attraverso questo metodo? Lo spiega il dottor Roberto Defez, Direttore del Laboratorio di Biotecnologie Microbiche dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli.

1) Quali sono le caratteristiche fondamentali degli alimenti prodotti con le tecniche di editing genetico?
Per il momento non sono disponibili sul mercato alimenti prodotti con le nuove tecnologie di editing genetico, tranne un fungo champignon che non si annerisce dopo essere stato tagliato – in questo caso, pertanto, la modifica riguarda un aspetto puramente estetico, non la sostanza dell’alimento. Nei prossimi anni dovrebbero essere pronti diversi prodotti sviluppati con queste tecnologie, come una varietà di mais capace di tollerare condizioni climatiche difficili e siccità, ma oggi non è disponibile nessun alimento immediatamente commerciabile. L’intento di queste tecniche è quello di compiere una modifica più precisa e diretta rispetto a quelle apportate tramite l’aggiunta o la rimozione di interi geni, come succede nel caso degli organismi geneticamente modificati. Questa tecnologia è più specifica e ha la capacità di cambiare le caratteristiche di una funzione nel luogo stesso in cui viene svolta: non si aggiunge qualcosa di nuovo dall’esterno, ma si agisce direttamente dall’interno, nel luogo stesso in cui c’è una funzione eseguita male.

2) Quali potrebbero essere i vantaggi dei prodotti che saranno realizzati con l’editing genetico rispetto agli organismi geneticamente modificati (Ogm)?
I vantaggi di queste tecnologie saranno determinati dai diversi regolatori internazionali, che dovranno decidere come classificare i prodotti realizzati con l’editing genetico. Pertanto, è molto probabile che il giudizio su questi alimenti assumerà connotazioni differenti in Europa, Stati Uniti, Australia e in Oriente. È comunque possibile individuare un vantaggio oggettivo: questi prodotti non dovrebbero essere sottoposti alle procedure di autorizzazione cui devono sottostare gli organismi geneticamente modificati. Per esempio, il fungo champignon che non scurisce dopo il taglio non è stato sottoposto alle procedure normative standard per gli Ogm, che negli Stati Uniti e in Canada comportano una spesa di circa 30 milioni di dollari. La modifica sul controllo di questi alimenti non dovrebbe influire sulla sicurezza sanitaria e alimentare, di cui continuerà a essere responsabile l’azienda produttrice, ma dovrebbe permettere di ridurre le spese necessarie per la registrazione e per ottemperare ai diversi aspetti burocratici, un elemento che permetterebbe di abbassare i costi della tecnologia. Negli Usa e in Canada hanno infatti capito l’importanza di cambiare rotta: occorre valutare la sicurezza o la pericolosità di un prodotto, non il procedimento utilizzato per realizzarlo. I due Paesi nordamericani stanno decidendo di valutare il prodotto e non il processo, mentre in Europa finora è avvenuto il contrario. Se l’Unione Europea continuerà a concentrarsi soltanto su quest’aspetto, tutti i mangimi finiranno per costare cifre esorbitanti. Di conseguenza, l’Europa sarà costretta a smettere di produrre carne e a doverla importare dall’estero, per esempio da Argentina, Usa e Nuova Zelanda, dove produrre la carne costerà di meno.

3) Fino a dove può arrivare, a suo avviso, la ricerca scientifica sul Dna e sulla manipolazione del Dna? Quali miglioramenti potrebbe apportare?
Queste nuove tecnologie aprono scenari straordinari, in parte inimmaginabili. Le possibilità offerte dai miglioramenti tecnici e da un’analisi che non è mai stata così accurata, perché consente di conoscere migliaia d’informazioni nello stesso momento, permettono già di ridurre i rischi a un livello che prima era impossibile raggiungere. In futuro potrà essere possibile eliminare ulteriormente i pericoli – come le molecole tossiche e potenzialmente allergeniche – dagli alimenti e aggiungervi molte “virtù”, ossia vantaggi nutrizionali – come antiossidanti, antociani e cardioprotettori. Potrà essere possibile aumentare l’aspetto biologico della coltivazione, riducendo l’impiego dei farmaci per la protezione delle piante. Queste ultime diventeranno in grado di proteggersi da sole, risultando al tempo stesso ecocompatibili e salutari per l’uomo.

 

Foto: © Alex011973 – Fotolia.com

Nadia Comerci