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Sicurezza alimentare, puntare su innovazione per aumentare autoapprovvigionamento

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La necessità di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti è emersa in tutta la sua urgenza nel corso della pandemia. Per l’Italia, che non ha avuto problemi di questo genere ma che sconta una storica dipendenza dall’estero per il rifornimento di materie prime alimentari, si tratta comunque di un tema importante da affrontare quanto prima. Un prezioso sostegno può arrivare dall’innovazione in agricoltura, come è emerso durante il talk organizzato da Cibo per la mente lo scorso 7 luglio al quale ha partecipato anche Assalzoo.

Si è trattato del primo dei sei appuntamenti del ciclo di incontri dedicati alla filiera agroalimentare: “Una nuova occasione per stimolare istituzioni, agricoltori e mondo della ricerca e diffondere una cultura che riconosca l’importanza di approcci innovativi per migliorare il processo produttivo in tutti i suoi passaggi”, come ha sottolineato Deborah Piovan, la portavoce di Cibo per la mente. Il progetto ha lanciato nel 2017 un manifesto-appello per la promozione dell’innovazione nel settore agroalimentare, siglato da sedici associazioni compresa Assalzoo. 

L’approvvigionamento delle commodities alimentari in Italia può certamente beneficiare dagli investimenti nell’innovazione per incrementare le rese delle produzioni agricole e dunque la disponibilità di materie prime: “Aumentare il grado di approvvigionamento di materie prime nazionali è la prima soluzione per fare fronte all’emergenza, basti pensare che oggi siamo costretti a importare oltre il 50% di una coltura fondamentale per la mangimistica come il mais”, ha ricordato nel corso della videoconferenza Lea Pallaroni, segretario generale dell’associazione dei mangimisti italiani.

Portare soluzioni a questa problematica non è più rinviabile alla luce della flessione della capacità di sussistenza, un dato evidenziato da Matteo Lasagna, vicepresidente di Confagricoltura: “Nel 2019 il grado dell’autoapprovvigionamento dei prodotti agricoli dell’Italia è calato del 6%. Non possiamo pensare di essere competitivi sui mercati esteri se non riusciamo a essere autosufficienti dal punto di vista produttivo”. 

Una filiera più unita

Nelle prime settimane di lockdown le misure anti-contagio prese dai governi di molti Paesi europei ed extraeuropei si sono ripercosse sulla logistica portando alla luce in Italia criticità storiche relative, appunto, alla dipendenza dall’estero per le materie prime. Nei supermercati non sono mancate le forniture di cibo grazie allo sforzo dell’industria alimentare quindi la sicurezza alimentare non è stata davvero minacciata: “Siamo stati fortunati che l’emergenza si è verificata in un momento in cui gli stock erano alti. In una situazione diversa sarebbe stato molto difficile garantire la sicurezza alimentare, tanto più che l’Italia è uno dei pochi Paesi in cui non ci sono dati sulla quantità delle derrate a livello nazionale”, ha ammesso il presidente di Compag, Fabio Manara

Ciononostante in molti hanno sottolineato la necessità di allentare i vincoli dall’estero per l’acquisto di materie prime. Un fronte, questo, su cui Assalzoo si sta impegnando da molti anni. Lo scorso marzo è stato finalmente siglato l’Accordo quadro per il mais da granella promosso dall’associazione che punta proprio al rilancio della produzione domestica di un cereale fondamentale per la zootecnia italiana: “Nelle scorse settimane Assalzoo si è mossa insieme ad altre nove associazioni per attivare un accordo di filiera sul mais, con l’obiettivo di premiare la scelta del prodotto italiano. Già oggi gli agricoltori avrebbero a disposizione gli strumenti per selezionare varietà migliori, eppure non possono avere accesso all’innovazione”, ha spiegato Pallaroni.

Sempre con l’obiettivo di aumentare la produzione nazionale Assalzoo si è fatta promotrice di un patto di filiera tra i diversi comparti che la formano. La dipendenza dall’estero – come ha ricordato il presidente Marcello Veronesi nell’ultima assemblea dell’associazione – si può allentare solo con una maggiore integrazione della filiera.

Puntare sulle nuove biotecnologie

L’agricoltura europea è alla vigilia di una svolta. La strategia Farm to Fork, all’interno del Green Deal per un nuovo patto per il clima nell’Ue, punta a ridefinire l’assetto del settore primario nei 27 Paesi Ue nel segno della sostenibilità. Il documento, presentato a maggio dalla Commissione europea, ha aperto, dopo lo stallo della sentenza della Corte di giustizia, al riconoscimento del ruolo dell’innovazione e delle nuove biotecnologie. Un segnale incoraggiante a fronte delle difficoltà di accedere a queste preziosissime risorse: “Dopo venti anni, tutto il settore riconosce finalmente il valore delle New breeding techniques e il ruolo che possono giocare a favore di sicurezza alimentare, biodiversità e produttività: non capiamo il motivo per cui non riusciamo ancora utilizzarle”, ha detto Lasagna.

Assalzoo è da sempre convinta dell’importanza della ricerca, sia pubblica che privata, dalla quale può derivare un contributo decisivo per il rilancio di tutto il settore agro-alimentare-zootecnico. Questo ha bisogno di strumenti innovativi per migliorare la qualità della produzione e le nuove risorse di ingegneria genetica, l’agricoltura di precisione o la digitalizzazione possono risultare davvero utili. Per questo servono investimenti per la ricerca e per trasferire nei campi e nelle unità produttive le tecnologie messe a punto in laboratorio.

Foto: Pixabay